Dalle 6 alle 8 di sera di ogni giorno per il mese di luglio ed anche per quello di agosto 12 ragazze si ritrovano davanti alla Chiesa dei Cappuccini per prendere lezioni di ricamo o, per dirla ancora meglio, per andare alla mescia. Tricasèmia ha inviato alla nostra redazione alcune foto che documentano questa iniziativa; le ha inviate senza neppure un articolo di accompagnamento e senza alcun commento. Ed è questo, forse, il dato più interessante e che, allo stesso tempo, si commenta da solo: fare, senza chiacchere e senza alcun tornaconto. Ho telefonato al presidente dell’Associazione, Gianluca Errico, che mi ha spiegato che l’iniziativa è nata da un’idea e da una proposta di una signora del posto che si è offerta di avviare al ricamo chi ne fosse stato interessato. Un’idea ed una proposta che significava e significa dono di ogni pomeriggio di estate a favore di ragazze, senza che nessuno lo chiedesse e senza che venga chiesto o ricevuto alcunché. La gratuità piena. È questa un’iniziativa di quello che, qualche numero addietro, chiamavo “il volontariato, quello vero”. E’ importante recuperare la memoria e riscoprire le arti di una volta ed è soprattutto importante far sentire i valori, quale quello della gioia della trasmissione dei saperi che, per essere pienamente recepita, deve essere veicolata attraverso gesti spontanei ed assolutamente gratuiti, quali sono quelli di chi offre il suo patrimonio e il suo tempo a favore degli altri.

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