Gli ultimi esilaranti accadimenti sull’utilizzo di Palazzo Comi, quale contenitore di una rassegna culturale estiva, impongono una breve ricostruzione dello status giuridico dell’immobile. Nel giugno dello scorso anno, la prima Amministrazione Gabellone decideva di attivare una procedura di evidenza pubblica per selezionare un operatore economico cui affidare in concessione per 30 anni l’ex circolo cittadino di Lecce unitamente al palazzo Comi (con esclusione del giardino esterno, già concesso in uso all’attigua trattoria). L’intento dichiarato era quello della loro valorizzazione «mediante lo svolgimento di attività di servizio per la collettività dirette a promuovere la conoscenza dei beni culturali, compreso anche la promozione e il sostegno degli interventi di conservazione e restauro». In tale occasione, l’Amministrazione Tricasina -magari con il supporto di tutti i Comuni del Capo di Leuca- forse mancava a far sentire la sua voce e a pretendere che dal bando venisse escluso Palazzo Comi per essere assegnato in gestione al Comune di Tricase -se del caso in unione con altri- e divenire così un polo culturale del sud salento, nelle more della dismissione del patrimonio provinciale attesa la nuova configurazione giuridica della Provincia, come ente di secondo livello sfrondato dalle funzioni culturali e di promozione del territorio. Una tale presa di posizione giungeva nella prima decade del mese di novembre, con l’insediamento della seconda amministrazione Gabellone ma a bando ormai scaduto, al quale manifestavano interesse circa una trentina tra imprese e società. Attualmente sono in corso di elaborazione da parte dei partecipanti le offerte progettuali ed economiche che passeranno al vaglio dei funzionari dell’Ente prima dell’aggiudicazione e del contratto. Tutto perduto, allora? Non ancora. L’art.9 del disciplinare consente alla Provincia di annullare o modificare il bando a suo insindacabile giudizio e senza vincolo alcuno nei confronti dei partecipanti. Serve ora una forte azione di sensibilizzazione da parte del territorio e un certosino lavoro politico-istituzionale da parte dei Consiglieri provinciali tricasini che, pur dai banchi della minoranza, dovranno convincere il Presidente Gabellone a riconsegnare il Maestro Comi ai suoi conterranei.