Tricase Calcio, Tifosi e Città

Ho letto la notizia che il Tricase ha un nuovo direttivo ed un nuovo Presidente. Tutto ciò non può farmi che piacere eppure nel comunicato ufficiale c’è qualcosa che non mi convince: “...Abbiamo coinvolto la città... Riappropriazione popolare della società... Abbiamo parlato con i tifosi...”
Se non si è trattato di un refuso di stampa, il nuovo Presidente e i suoi collaboratori hanno le idee confuse o, peggio, pensa che i tifosi siano degli stupidi e spero vivamente che non sia così.
Non mi risulta che sia stata fatta alcuna iniziativa che possa definirsi di tipo popolare o di coinvolgimento della città. Non basta un Presidente e qualcuno vicino per creare una società sportiva seria e con un progetto duraturo, così come ci insegna la storia delle gestioni della nostra squadra degli ultimi anni.
Non mi risulta che il nuovo gruppo dirigenziale abbia convocato alcuna assemblea o riunione di tifosi per ascoltare eventuali suggerimenti o altro, se così non fosse, non credo che il parere di uno o di pochi possa sostituire quello di un’intera tifoseria. Sono convinto che si stia perdendo un’occasione importante per ricostruire una società sportiva con basi solide, di lunga durata e con una forte componente popolare. Tutto ciò richiede tempo, lavoro, spirito di sacrificio e tanto amore per la nostra maglia che mi auguro siano qualità del nuovo gruppo dirigenziale.
Tuttavia, ho la sensazione che si stiano ripercorrendo medesime strade, rifacendo gli stessi errori che nel passato hanno portato enormi problemi a chi ha gestito la società sportiva, alla squadra ed ai tifosi.
Sarebbe auspicabile creare una struttura societaria divisa in due livelli uno gestionale ed uno sportivo che vadano di pari passo. Un progetto serio non può prescindere dal settore giovanile in linea con la storia dei colori rossoblu e fattore imprescindibile di una società che vuole fare bene e che vuole ricucire lo strappo profondo, che da anni si è creato, tra la città e la squadra.
Tutto il resto è solo un palliativo per alleviare il dolore prima della fine... ma non tutto è perduto.

di Pasquale Scarascia

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