Sono sette le Società petrolifere che, a partire dal 2010, hanno ottenuto autorizzazioni per esplorare il basso Adriatico alla ricerca del petrolio. L’oro nero contro l’oro blu; il petrolio contro il mare. Perché attraverso le trivelle, le Società potranno cercare il petrolio e così sfruttarlo ma a discapito -ed è questa la paura- delle bellezze del nostro mare, del nostro Oro blu. In questi giorni i Sindaci del Capo di Leuca, e non solo, si sono mobilitati per attirare l’attenzione del Governo centrale e dell’opinione pubblica sui rischi degli interventi programmati. E per far questo hanno dapprima iniziato uno sciopero della fame; poi hanno tenuto un sit in sul Sagrato della Basilica di Leuca dietro uno striscione dal titolo “Laudato SI Trivelle NO” con un aperto richiamo alla enciclica di Papa Francesco. Ed anche la Diocesi di Ugento non ha mancato di far sentire la sua voce sia con la presenza di alcuni sacerdoti che con il Vescovo; mons. Angiuli ha invitato ad una valutazione oggettiva, osservando che l’impatto delle trivelle in un mare chiuso come è il Mediterraneo è ben diverso rispetto alle trivelle in un mare aperto. Il giorno 15, infine, i Sindaci del Capo di Leuca, e quindi anche il Sindaco di Tricase, hanno partecipato ad una importante manifestazione di protesta a Policoro, alla presenza dei Presidenti delle Regioni Basilicata, Calabria e Puglia. Ma veniamo a noi: la costa prospiciente Tricase è interessata direttamente da due iniziative: nel 2014 venne rilasciata alla Global Med l’autorizzazione ad esplorare ben 2.207 chilometri quadrati partendo da Gallipoli a Otranto passando, ovviamente, anche da Tricase. Risale invece al 2010 ed interessa 1.700 chilometri quadrati un’altra autorizzazione rilasciata, questa volta, alla Northerm Petroleum con un raggio di esplorazione che va da Polignano a Mare fino a Tricase.
Il sindaco Antonio Coppola, da noi interpellato, ci ha rilasciato la seguente dichiarazione subito dopo la marcia di Policoro.
Il 15 luglio è stata una importantissima giornata di protesta a Policoro contro le trivellazioni nell’Adriatico e nello Ionio per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi. Moltissimi i sindaci presenti. Tutto il nostro sud Salento, il Capo di Leuca,era a protestare con i Sindaci o i loro delegati: Tricase, Tiggiano, Corsano, Alessano, Gagliano del Capo, Castrignano del Capo, Patù, Morciano e Salve. Abbiamo dato ancora una volta prova di compattezza e di condivisione dei progetti e delle comuni idee per lo sviluppo e la difesa del nostro territorio. Nonostante la caldissima giornata eravamo lì insieme: centinaia di sindaci, ambientalisti, forze politiche e sindacali di Basilicata Calabria e Puglia. Il corteo costeggiando la ampia spiaggia di Policoro si è fermato intorno ad un palco da cui hanno parlato il sindaco di Policoro, i tre presidenti regionali e l’ex presidente della Regione Puglia, Onofrio Introna. La parte finale della manifestazione è stata fortemente disturbata dalle urla di alcuni facinorosi, molti dei quali sostenitori della estrema destra e di Salvini. È stato un momento molto sgradevole per i gratuiti ed inutili attacchi al presidente della Basilicata. I tre presidenti hanno reagito con forza e determinazione, facendo presente che la lotta deve essere unitaria, che non si possono fare speculazioni perché fanno male alla lotta che deve essere di tutti, se ci crediamo. I tre presidenti, tutti i Sindaci, i cittadini sono contrari e sperano che il Governo nazionale cambi direzione e strategia. È una protesta civile ma ferma e determinata. La nostra lotta, insieme a quella dei cittadini e dei vescovi che ci affiancano, è una lotta di civiltà per la salvezza del nostro mare e della nostra terra. Non possiamo permettere che i tanti sforzi per valorizzare questo territorio vadano perduti per gli interessi delle multinazionali del petrolio.