È singolare la storia di Costantino De Giuseppe, di Tricase, un appassionato della terra che lui stesso definisce la più bella del mondo. A dimostrazione del suo pensiero, ne immortala squarci, pezzi di vita, lembi di terra, fotografie che sono diventate le sue opere d’arte, che hanno scritto la storia di quello che è diventato il posto più gettonato nell’ambito turistico, il Salento. La sua è una passione carnale, che viene da dentro, e spinto da questa forza motrice, la mattina Costantino De Giuseppe si alza a bordo della sua vespetta è immortala le prime luci dell’alba, o quelle sfumature multicolori che avvolgono il crepuscolo, il tramonto. E’ stato a Milano dal 11 al 16 Giugno, padiglione salentino del capo di Leuca, zona navigli. Lo abbiamo incontrato, incuriositi dalla sua esperienza.
Costantino qual è la domanda all’Expo che più spesso ti viene fatta?
Vedono le foto e mi chiedono se è un tramonto o un’alba... io gli rispondo che il Salento è una lingua di terra tra due mari dove il mattino vediamo sorgere il sole dal mare adriatico, mentre il pomeriggio vediamo il sole immergersi nel mare ionio.
Cosa ti chiedono del Salento?
Molti ne parlano bene... e qualcuno è rammaricato per non esserci mai stato, il padiglione è ricco delle nostre peculiarità, gastronomia, pensa che tutti sono ghiotti del pasticciotti salentini, sognano di venirci, attirati dal mare e dalle spiagge che competono con quelle caraibiche.
Quali sono i tuoi prossimi progetti al rientro?
Porterò ancora le mie fotografie a spesso nel Salento, in una sorta di mostra itinerante, che toccherà Tricase porto, subito al mio rientro, e poi via via sempre nuove tappe, non ho ancora un calendario preciso, tutto questo boom è arrivato con mia grande sorpresa. Quella della fotografia è una mia grande passione, che non so spiegare, quello che immortalo con pochi scatti. Certo è, che è qualcosa che lascia un’emozione dentro.
Fotografare il Salento, è l’emozione nell’emozione di Costantino perché come diceva Elliott Erwitt: “Quando è ben fatta, la fotografia è interessante. Quando è fatta molto bene, diventa irrazionale e persino magica. Non ha nulla a che vedere con la volontà o il desiderio cosciente del fotografo. Quando la fotografia accade, succede senza sforzo, come un dono che non va interrogato né analizzato”.