Non è certo possibile esaurire tutti i temi che le elezioni regionali imporrebbero di trattare. Dopo aver parlato della qualità delle spesa pubblica regionale e degli effetti (o dei mancati effetti) sull’occupazione e dopo aver trattato delle infrastrutture realizzate (o non realizzate), un cenno meritano i servizi regionali nella nostra Città e le politiche di fondo su questioni centrali come i rifiuti, l’ambiente ed il turismo. E a proposito di servizi, parliamo dei servizi sanitari; è vero che ad avere competenza sulla Sanità nella nostra Città è la ASL di Lecce che è ovviamente un Ente diverso dalla Regione, ma è altrettanto noto che la ASL vede ai suoi vertici un Direttore Generale nominato dalla Regione Puglia ed è altrettanto noto che le politiche e le scelte di fondo in campo sanitario sono di competenza della Regione. Tricase era sede di USL (n° 12) con un raggio d’azione per tutto il Capo di Leuca; successivamente le sedi delle USL vennero ridotte da 12 a 2 e vennero individuate a Lecce e a Maglie. Siamo alla riforma Fitto presidente della Regione. Il passaggio successivo fu poi la individuazione dei Distretti socio sanitari e lì si consumò un’altra beffa per Tricase: la sede del Distretto venne individuata a Gagliano del Capo e non più a Tricase. Siamo ancora nella Amministrazione Fitto. Non poche furono le speranze che, cambiata amministrazione con l’ascesa di Vendola, quella scelta sarebbe stata rivista. Nulla è invece accaduto e, proprio negli ultimi mesi, si è compiuto l’ultimo atto: lo spostamento da Tricase a Gagliano del Capo di altri servizi e cioè il Servizio Veterinario e quello di Prevenzione. Rimane a Tricase -e non per scelta della Regione- l’Ospedale Panico che tuttavia ha dovuto combattere non poco per vedersi riconoscere rimborsi dapprima negati dalla stessa Regione. Non è passata una politica di razionalizzazione e funzionalizzazione che non poteva che vedere in Tricase la sede naturale perché più centrale per i servizi del Distretto ed è prevalsa invece una logica risarcitoria: a Gagliano la Regione aveva chiuso l’Ospedale e quindi Gagliano doveva essere risarcita ivi collocando la sede del Distretto e tutti i servizi. Notevole la tematica in materia di rifiuti. La Regione, dopo l’iniziale obiettivo (fallito) di una raccolta differenziata spinta, ha dato corso alla realizzazione degli impianti (decisi da Fitto) e alla riforma del sistema con il commissariamento e la liquidazione degli ATO e con la istituzione degli ARO, una struttura organizzativa territorialmente più ristretta e che ha visto Tricase come sede di uno di questi Ambiti. Siamo ancora agli inizi, ma la direzione è segnata: un servizio di rete che vede Tricase comune capofila di un territorio grosso modo coincidente con il Capo di Leuca. Tutto nel segno di maggiore efficienza e di una valida programmazione. Il sistema impiantistico tuttavia non è ancora completato ed è di questi giorni il grosso dibattito, proprio a Tricase, per l’impianto di compostaggio che deve chiudere il ciclo dei rifiuti. In materia ambientale la Regione, dopo il PUTT, ha ora approvato il PPTR, un Piano paesaggistico che, primo in Italia, ha completato il raccordo tra la disciplina statale e quella regionale. La sua applicazione desta qualche perplessità specialmente per i limiti posti su aree classificate pascolo e bosco che spesso poco hanno dell’uno e dell’altro, ma la volontà di tutela e valorizzazione dell’ambiente è stata attuata positivamente. L’istituzione del Parco Otranto-S.Maria di Leuca-Bosco di Tricase ha introdotto un’ulteriore misura per la salvaguardia e valorizzazione del nostro tratto di costa. Numerose le competenze e gli ambiti di intervento, talvolta anche eccedenti l’originaria finalità, anche se vi è da registrare che ancora oggi il Parco, istituito con una Legge del 2006, non ha approvato il Piano territoriale che era poi il principale fine della sua istituzione. Altro documento, nella logica della salvaguardia e promozione, e cioè il Piano delle Coste, ha registrato tempi notevolmente lunghi; da poco la Regione ha approvato il Piano regionale ma ciò ha determinato slittamenti per i Piani comunali e Tricase, ancora ad oggi, non ha il suo Piano con tutte le conseguenze di paralisi dei possibili ed ecocompatibili interventi sulle coste e quindi con blocco di iniziative di sviluppo turistico ed economico del territorio. Numerose le iniziative in campo più strettamente turistico: basti pensare allo sforzo di promozione del territorio con attività nel campo dello spettacolo, dai contributi alle produzioni cinematografiche pugliesi, alle manifestazioni musicali, agli eventi vari e alla rete di servizi turistici. Anche a Tricase, oltre a contributi per Alba in Jazz e per spettacoli vari, l’istituzione dell’Ufficio IAT risponde alle esigenze di informazione e guida turistica. I contributi alla riqualificazione dei centri storici e alla rete della ricettività diffusa, come in particolare i B&B, sono stati segni chiari e positivi di un’attenzione ad uno sviluppo del territorio e della sua offerta turistica a partire dalla riscoperta e valorizzazione del già esistente. Un ultimo riferimento deve essere fatto al mondo della Agricoltura. Malgrado gli anni, sono ancora in piedi quelli che alcuni definiscono veri e propri carrozzoni, e cioè i Consorzi di bonifica. Sono in condizioni economiche disastrose, anche per effetto della mancata riforma della contribuzione agricola, ma tutto è rimasto fermo e la Regione non è riuscita a fare altro che mettere mano, periodicamente, a proprie risorse per ripianare i debiti e così consentire di non chiuderli e di mandare a casa i dipendenti. Oggi scopriamo che in questi anni è stata istituita l’ARIF che ha assorbito gli Ispettorati dell’agricoltura ma lo scopriamo quando è stata chiamata a sradicare gli ulivi colpiti dalla Xylella. Troppe volte, e non solo in agricoltura, è l’emergenza a fare notizia, malgrado l’ampio sforzo regionale di programmazione e la Xylella ha messo in evidenza i ritardi e le distrazioni della politica, anche di quella regionale.