Ritengo opportuno e rispondente alle finalità di generale informazione, anche in virtù del mio ruolo di consigliere provinciale, che i lettori siano notiziati delle motivazioni delle mie dimissioni dall’UDC. All’uopo, allego la nota indirizzata al Segretario del Partito. «Ho aderito con grande entusiasmo al progetto del Partito, in termini di condivisione e di rilancio dell’azione politica, contribuendo, nel mio piccolo, a creare uno spazio nuovo di ideali e di proposte, di azioni e di dialettica sempre tesa al miglioramento della società politica e al servizio della società civile. Ho dedicato tutto me stesso, ogni slancio, ogni energia, all’impegno assunto per l’affermazione di un principio di rinnovamento dell’azione politica, vigile e accorta, operativa e concreta, positiva e propositiva, ma soprattutto mirata al cambiamento morale nella gestione della res publica, al rispetto delle regole e della legge. In una parola, ho dedicato tutto me stesso ad un modo altro di “fare” politica, ad un modo altro di guardare al sistema pubblico, con senso etico, di interpretare erga omnes quel dovere di rappresentanza degli interessi collettivi di cui gli elettori mi hanno onorato. Ho sempre pensato di dover e voler contribuire a far crescere un partito nuovo, agente di un cambiamento a promozione di una coscienza civica, matura e responsabile, consapevole dei suoi diritti e con l’ardire di reclamarne a gran voce il rispetto. Ho lavorato di gran lena per tutto questo! Pur tuttavia, appartiene alla diverse stagioni della vita l’essere a volte in prima linea con forza e volizione e in altre a segnare il passo in momenti di riflessione e di revisione personale. In questi momenti, mi sarei atteso la comprensione, se non la condivisione, il sostegno e l’incoraggiamento dai quadri dirigenziali del partito. Ho invece vissuto in assoluta solitudine l’esperienza della profonda incomprensione e, con sbigottimento, quella della sprezzante considerazione delle motivazioni familiari addotte nell’amara consapevolezza che per molti siamo solo “macchine elettorali” mai uomini, allorquando ho comunicato per tempo e in più circostanze di non candidarmi alle elezioni regionali. È quindi con grande rammarico che oggi Le partecipo, Sig. Segretario, il mio profondo senso di disagio, il mio non riconoscermi in siffatti modi di intendere i rapporti politici e ancor più i rapporti umani. I luoghi e i volti del partito sono divenuti per me estranei, non più l’officina del confronto e della progettazione propulsiva, della condivisione del percorso pur nelle differenti sensibilità. Diverse sì, ma tutte da rispettare. Per tutto ciò, Le rappresento ancora il mio profondo rincrescimento nel rassegnare nelle Sue mani le mie irrevocabili dimissioni dal Partito. In questo momento di commiato un pensiero e un saluto grato va ai tanti amici che hanno condiviso con me sogni ed entusiasmo, lavoro e scoramento, soddisfazioni e orgoglio, tante ore, tante parole e tante azioni alla ricerca di un modo migliore di realizzare il bene comune. Di un modo migliore di essere uomini».