Il Piano prevede obbligatoriamente: Aratura e fresatura entro Aprile e poi da Settembre ad Ottobre; Trinciatura erbe da Marzo a Maggio e poi da Settembre a Novembre; Trattamenti fitosanitari da Maggio a Luglio e da Settembre ad ottobre;

La Domenica delle Palme è da sempre anche la Domenica degli Ulivi. Quest’anno lo è in maniera particolare ma, per così dire, drammatica. L’infezione Xylella ha impedito agli ulivi del Salento di essere in Piazza San Pietro per le celebrazioni del Papa. Lì vi sarà un ulivo del Nord della Puglia ma non del Salento. E c’è chi dice che i ramoscelli di ulivo saranno banditi anche dalle celebrazioni della Domenica delle Palme in tutti i paesi del Salento e non solo. Alcuni lo affermano, altri lo smentiscono. Ma il punto è un altro: una ricorrenza che introduce alla Settimana Santa e che è al tempo stesso momento di tripudio per l’ingresso trionfale in Gerusalemme e di tragedia per la Passione di Cristo mette in risalto quest’anno solo la tragedia degli alberi di ulivo del Salento. Il Governo ha approvato il Piano del Commissario Silletti che prevede la eradicazione degli alberi malati, e sospetti tali, per una fascia posta al Nord della provincia di Lecce, e il trattamento di tutti gli uliveti con aratura e trinciatura ma anche con prodotti chimici che attaccheranno la Xylella ma non solo. La fascia di eradicazione non interessa direttamente le nostre campagne ma il contagio si diffonde e non mancano alcuni focolai sparsi per l’intera Provincia e anche da noi qualche segnalazione è purtroppo giunta. Alberi secolari che caratterizzano il volto del Salento rischiano di essere abbattuti ed anche quando ciò non accade, la cura prescritta rischia di lasciare il segno agli ulivi e a tutto ciò che sta attorno. I rami di ulivo vengono tradizionalmente piantati sulle terrazze come segno di augurio e di protezione: augurio per una buona stagione di raccolto e protezione da possibili eventi avversi. Quest’anno, invece, i rami di ulivo, se saranno presenti, saranno comunque testimoni del loro malessere, della loro sofferenza che, ne siamo convinti tutti, è anche la nostra sofferenza ed il nostro malessere.

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