di Giuseppe R.Panico  Il libro del Sen. Rosario Giorgio Costa e la lezione magistrale, con significativi interventi del Prof Hervè.A.Cavallera e del Dott. Ilario Martella per onorare la figura di Giuseppe CodacciPisanelli, nella mattinata di sabato 4 giugno, presso il cinema Aurora, inducono a riflettere anche sui principi etici e morali che lo animavano e sul suo forte legame con la nostra terra. Pisanelli politico e docente dai tanti incarichi di grande levatura; Ministro della Difesa(a soli 40 anni) e sostenitore del nostro ingresso nella NATO. L’ Alleanza Atlantica di cui,ormai da decenni,facciamo parte e operativa sul mare grazie anche a tante nostre navi e marinai.Pisanelli che, grazie alla sua conoscenza dell’inglese,alla sua preparazione professionale ed al suo stile diplomatico, ben rappresentava, anche all’estero, il lato migliore della nostra politica. Quella di una Repubblica nata da poco (ne abbiamo festeggiato da alcuni giorni i 70 anni). Con un passato da Ufficiale dell’Esercito in Africa e poi volontario in Italia, non poteva, nelle sue molteplici attività, non tener conto anche degli aspetti militari. Nelle pagine del Volantino si è già evidenziato come politica estera, politica industriale e politica militare siano i pilastri portanti di qualsiasi nazione che voglia essere, nella comunità internazionale, attiva, partecipe e soprattutto credibile.Pisanelli, con la sua cultura da statista, ne fu certamenteun grande interprete ed unalto rappresentante. In questi giorni, celebrando la festa della Marina Militare (10 giugno), anche i marinai di Tricase sentono il dovere di commemorarne lafigura, per il suo sostegno al rinnovo della flotta e per il risalto dato alla bandiera navale. Si ricordano in particolare leparole:”giova la costruzione di cacciatorpediniere ed altri armamenti” e “quel tricolore che sventola sui mari a bordo delle nostre unità militari, quel tricolore in cui campeggiano i simboli gloriosi delle repubbliche marinare”. Mezzi e valori umani necessari, ieri come oggi, a prevenire ogni altrui azioni aggressiva,a difendere la pace ed i nostri interessi, ma anche a soccorrere itanti migranti in balia delle guerre e poi delle onde.Anche su quel mare che Pisanelli tanto amava ed osservava dalla sua villa a Tricase Porto affacciata sul Canale d’Otranto. Un canale che, durante la Grande Guerra, fu sbarrato per impedire l’uscita dall’Adriatico della flotta austriaca. Nella notte fra il 9 e 10 giugno 1918, due potenti corazzate, un cacciatorpediniere e 6 torpediniere nemichelasciarono comunque i loro porti per una azione a sorpresa diretta a smantellare le nostre difese costiere,per poi operare fuori dall’Adriatico. Ma, in ricognizione in quelle acque nemiche dell’isola diPremuda, vi erano anche due veloci MAS (motoscafi) italiani. Erano armati con siluri e, nell’animo dei pochi uomini di equipaggio, con i più alti valori di quella bandiera. Non indietreggiarono di fronte a tali possenti forze, anzi attaccarono. La grande corazzata austriaca “Santo Stefano” fu colpita a morte e ben presto affondò. Svanì il fattore sorpresa, la missione nemica fu annullata, le nostre opere costiere non furono bombardate e tante vite italiane furono risparmiate. La Festa della Marina, il 10 giugno, trae origine da tale evento e i marinai di Tricase ringraziano chi, tornato di recente a riposare in questa nostra terra, sentì, in anni ormai lontani, il dovere di chiedere per loro nuove navi e di esaltarne la bandiera. Pisanelli fu anche nostro sindaco, e non ebbe certo dubbi nel sostenere l’opera degli stessi marinai, raccolti nel loro gruppo ANMI e nella loro storica sede ed ove l’attività, a differenza di tante altre associazioni, è prevista e regolata da una specifica legge. Lo scorso 2 giugno, Festa della Repubblica, il Presidente Mattarella ha voluto far sfilare, insieme a tanti reparti militari, 400 sindaci. Certamente per farli sentire più vicini ai valori della nazione, ai cittadini chiamati a difenderla e a preservarne la memoria anche attraverso le Associazioni d’Arma.Purtroppo da noi, la “demilitarizzazione” cittadina avanza rapida, non più una sede per la associazione Combattenti e Reduci, non più per quella dei Carabinieri e,a breve, non più per quella dei Marinai, pur divenuta da tempo anche la sede sociale di tanti nostri anziani. Non ancora una risposta definitiva alle loro ripetute richieste e una grigia pagina di storia patria tricasina sembra coprire il loro monumento a Marina Serra. La consuetadeposizionedellacorona di alloro forse non piùper ricordare i caduti sul mare,ma, nelle note di un toccante ultimo silenzio,un addio ad antichi valori,non decaduti ma fatti decadere. Il nostro Sindaco ha promesso al Senatore Costa, già Sottosegretario di Stato alla Difesa e dunque con vasta esperienza del mondo militare e così attivo sul nostro territorio, la ristampa e la diffusione del suo pregevole libro. Un libro che aiuterà noi tutti a conoscere meglio il nostro passato ed i nostri personaggi. Ma una riflessione potrebbe forsesuggerire alle nostre istituzioni una rotta più sicura e accettabile per i nostri marinai. Forse il Deputato, Ministro della Difesa e sopratutto Sindaco di Tricase, On.Codacci Pisanelli, per fedeltà ai suoi valori, ai suoi trascorsi da militare e per rispetto della altrui memoriae sacrificio, la avrebbe già indicata. Adoggi la rottatracciata per loro sembra quella per renderli”naufraghi”, privandoli, finora senza alternative, del loro vetusto “barcone” in muratura, da restaurare e destinare ad altri ignoti scopi. Forse è il “premio”, al loro ritorno a casa,per i concittadini che sul mare hanno tanto operato, tanti naufraghi hanno salvato e continuano ad operare e salvare.

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