La voce e il canto sono il primo argomento di questo numero. Dare voce e cantare è l’aspirazione di chi vuole realizzare un dialogo e promuovere la bellezza e così creare quell’incanto del quale pure parla l’articolo di pag. 2 di Alfredo Sanapo.

Il dare voce alla programmazione del territorio allo scopo di creare l’incanto del bello nell’ambiente nel quale viviamo e nel quale vivranno chi verrà dopo di noi è la ragione di fondo dell’approfondimento che questo numero ha voluto dedicare alla strumentazione urbanistica del Comune di Tricase. Una strumentazione che è ferma alla fine degli anni Settanta e che, dopo un tentativo abortito di piano regolatore risalente al 1959, è ancora di là da venire, se è vero –come documenta la cronistoria di Alfredo De Giuseppe alle pagg. 4 e 5- che una recente deliberazione della Giunta Municipale propone di ripartire nel percorso di adozione del PUG, magari rinnovando o cambiando alcuni componenti dell’Ufficio di Piano, e chiedendo ai cittadini di esprimere le loro reali intenzioni per le zone di espansione, le c.d. Zone C con un appello commentato da Alessandro Distante a pag. 6.

Un canto e tanto poco incanto invece per quanto accade intorno a noi, a partire dalle note stonate delle cronache regionali dove si indaga, con tanto di arresti, per compera di voti e con una Assessora che si dimette perché indagata; sarebbe la  beneficiaria di una macchina che, da tempo, userebbe acquisire consensi a suon, a proposito di canto, di 50 euro a voto.

Ovviamente tutto da dimostrare, ma intanto un dato politico ritorna: non sempre le campagne acquisti tipiche del direttore d’orchestra Emiliano si sono tradotte in una incantevole armonia.

Ed allora non resta che dare voce a chi invoca legalità, come i residenti e i commercianti di via dei Pellai (Pino Greco a pag. 7) che lamentano la mancata osservanza da parte degli automobilisti dei limiti al parcheggio posti dal disco orario.

In sintesi. Tutti gli articoli di questo numero dimostrano una sola cosa: l’incanto si può creare a condizione che le voci, magistralmente dirette, siano tutte intonate, perché se uno stecca o stona, sia esso politico o cittadino, amministratore o automobilista, altro che incanto!

 

 

 

 

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