Di crepuscoli, scogli, spiagge ed eroi

di Mary Cortese

È tutto un chiedersi
Di notte, di pomeriggio
Cosa me ne è venuto
Per essere attento alla mia etica umana
Per essere pronto al sacrificio sociale
Per essere dentro le emozioni universali.
Di tutto quel bailamme
Che poteva avvenire
Mi è rimasta una sola grande cosa
Interrogarmi sulla parola amore.

Questi versi di Alfredo De Giuseppe fanno anche da epigrafe al suo ultimo libro “Tramonti di tramonti” di Manni Editori. Ed è attraverso questi versi che mi sono lasciata condurre nella lettura di quello che, si legge sulla copertina, è un romanzo. Difficile fissarlo in un genere, perché nei suoi capitoli scorre la fiction ma così intrisa e contaminata con la più recente attualità, da chiedersi spesso quale sia il confine, se non sia ogni pagina una storia vera. Merito questo anche dello stile di Alfredo, la sua arte del racconto che solleva le pieghe dell’apparenza per andare a scovare l’inedito, l’autentico, quello che per molti è più facile non dire. Merito del suo coraggio di veterano della denuncia sociale, di fiero oppositore del compromesso a ogni costo, cosa ancor più ardua a queste latitudini, dove un favore non si nega a nessuno, salvo a chi rema controcorrente. “Tramonti di tramonti” è di quei libri che si lasciano attraversare veloce. Ma su quelle pagine viene anche il desiderio di tornare, per afferrarne i particolari, perché la scrittura è fluida ma riserva delle sorprese ironiche, lievi, pungenti, ma anche liriche. La struttura dei capitoli è fissa per questo leggendolo si è condotti dall’autore in uno zig-zagare ritmico dal particolare all’universale. Un andirivieni che non è solo geografico, dalle coste del Salento ai diversi luoghi del pianeta che fanno da scenario a eventi drammatici e paradigmatici del 2014. Un andirivieni mitico dai crepuscoli sulle nostre spiagge a quelli dei cambiamenti che avanzano inesorabili segnando la fine di un’epoca. E infine un andirivieni da una dimensione intima, potente, quella dei sentimenti, a una sociale, interessata, partecipe alle storie del mondo. In mezzo le tracce di una storia particolare che Alfredo conosce bene e che racconta percorrendo la costa salentina da Tricase fino a Punta Ristola e poi su fino a Gallipoli. Puntando il dito sui segni deturpanti lasciati da un’inveterata consuetudine di sistematico aggirare le regole, criminale noncuranza dei vincoli paesaggistici, offesa indelebile della Bellezza.
“Tramonti di tramonti” è un libro che tesse delle trame fra il vicino e il lontano, che vuole disintegrare l’illusione di poter vivere in un microcosmo immune dai mali del mondo, lontano dalle tragedie planetarie e condannato, suo malgrado, a un immobilismo rassicurante. Ma fra le sue pagine milita una speranza: la storia d’amore struggente fra Luca e Kejal, un salentino e una kurda ma anche l’amore di Kejal per la sua terra, il suo popolo. Un popolo oppresso, calpestato, eppure unico baluardo in Siria nella lotta all’integralismo fascista dell’Isis.
L’amore quindi nel senso più universale di trasgressione. L’amore che permette che si rompano i nessi logico-linguistici abituali e apre gli argini alla creazione. L’amore che è avvento di un nuovo senso, traduzione e scambio. Sono Luca e Kejal i nostri eroi, che sollevano, nonostante tutto, il nostro sguardo al futuro e a un altro tramonto.

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