di Alessandro DISTANTE

Nei giorni scorsi la stampa ha riportato lo “sfogo” di un’azienda locale che, acquistati i capannoni dell’ex Adelchi, vorrebbe aprire due esercizi commerciali ma incontra il diniego del Comune di Tricase.

L’analisi è durissima: “Esiste un problema molto serio: la burocrazia. E noi siamo qui per certi versi sconcertati, ma anche amareggiati, nel subire queste burocrazie che si sovrappongono, si aggrovigliano, e poi si scontrano”.

Ha ragione l’Azienda a lamentarsi della sovrapposizione, del groviglio e dello scontro tra vari livelli e varie competenze, ma il rischio è che passi un messaggio sbagliato e cioè che la colpa è della burocrazia e dei burocrati che, poi a Tricase, sono i funzionari di vertice del Comune.

Un messaggio che rischia di essere anche superficiale in un quadro dove, in effetti, si sovrappongono e si scontrano enti e istituzioni, norme e regolamenti, leggi e codicilli, ma dove sarebbe ingiusto attribuire la colpa o tutta la colpa alla burocrazia e ai burocrati.

Il rischio più grave è quello di alimentare un clima di sfiducia e di sospetti nei confronti dei burocrati fino al punto che, oltre a trovarsi esposti a procedimenti penali, si trovano anche vittime di intimidazioni, come è avvenuto proprio in questi giorni con l’incendio dell’auto di un burocrate-funzionario comunale di Tricase. Ovviamente non vi è nessuna relazione con la denuncia dell’Azienda, ma il gesto intimidatorio è un segnale di un clima difficile, respirato peraltro già in campagna elettorale con promesse di rotazioni che vennero percepite, speriamo a torto, come volontà di un repulist dal vago sapore punitivo.

In Ialia (dati Censis) la burocrazia viene vista come una delle principali cause del “rancore sociale” e gli italiani sono, in Europa, quelli che meno hanno fiducia nella pubblica amministrazione. Eppure saremmo superficiali se non considerassimo il diluvio di norme che si susseguono e si accavallano e la carenza di personale e di strutture. Tra i temi più scottanti a livello nazionale, non a caso, vi sono quelli sulle capacità dei Comuni, specie al Sud, di saper gestire il PNRR e la proposta di abolire o modificare il reato di abuso d’ufficio. 

Il problema è quindi reale e complesso. Ed allora: è giusto prendersela con i burocrati e con la burocrazia? Non è forse il caso di chiedersi, piuttosto, se sia utile che in una stessa area del territorio comunale si sovrappongano competenze diverse, come quelle del Consorzio ASI e quelle del Comune? Oppure quale sia e quale sia stato il ruolo dell’ASI nel decollo del comprensorio di Tricase? Occorre un grande sforzo per superare la farraginosità del sistema; solo allora anche la burocrazia sarà messa nelle condizioni di ben lavorare e di far lavorare.

 

 

 

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