Venerdì,3 febbraio 2023
di Pino GRECO
La “O.L.C. srl” vuole creare 500-600 posti di lavoro: ma “la burocrazia…”
Hanno già investito circa 4,5 milioni di euro acquistando ( senza nessun contributo statale), l’intero stabilimento calzaturiero ex “Adelchi”.
La “O.L.C. srl”, si occupa di costruzioni metalmeccaniche e carpenteria metallica. E’ una storica azienda di Specchia, nata nel 1969. Dopo un accurato programma di investimenti, nel 2019 l’azienda rafforza il suo ruolo a Tricase e nel Capo di Leuca acquistando l’intero stabilimento calzaturiero ex “Adelchi”.
I numeri dell’investimento a Tricase
Ex stabilimento Adelchi acquistato per 400mila euro
85mila metri quadri complessivi all’interno della zona industriale di Tricase
Investimento di circa 4,5 milioni di euro
Nessun contributo statale
Possibilità di circa 500-600 posti di lavoro con l’attivazione di tutte le attività programmate sull’intero complesso.
Sull’ investimento a Tricase ne abbiamo parlato con uno dei soci e Direttore Commerciale della OLC srl , l’ing. Antonio Bramato .
Qual è lo scopo di questo incontro oggi?
Per il fatto che, sin dal giorno della nostra aggiudicazione del 2019 , abbiamo sentito la responsabilità di dover provare in ogni modo e in tempi contenuti a dare delle risposte a quelle aspettative di tanti che avevano, anzi hanno, di vedere nuovamente vita all’interno di questi opifici . Sono tanti, decine ogni settimana che , probabilmente vedono dall’esterno uno stato di ristrutturazione di questi opifici proseguire , e percio’ ci lasciano curriculum per una eventuale nuova opportunità lavorativa qui a Tricase e puntualmente ci chiedono quando inizieranno ad aprire le prime attività .
Allora sono passati già 3 anni sono stati fatti dei lavori e sono in corso dei lavori di ristrutturazione evidenti anche dall’esterno , allora ci siamo ?
Certo noi ci siamo, i lavori di ristrutturazione sono gia iniziati da tempo e stiamo andando avanti , abbiamo ottenuto la Sanatoria ,nel Settembre 2021 , sull’ intero complesso che ha comportato anche la demolizione di opere ed edifici abusivi ovviamente costruiti precedentemente alla nostra aggiudicazione. Abbiamo installato un nuovo impianto di raccolta e depurazione di acque prima pioggia dell’ intero complesso , autorizzato dalla Provincia. Abbiamo impermeabilizzato e rinnovato le coperture su tutti i tetti, ripristinato gli impianti elettrici e idrici che negli anni erano stati vandalizzati e rubati . Abbiamo pagato l’intero importo del Contributo di Infrastrutturazione al Consorzio ASI . Abbiamo le autorizzazioni per l’installazione di impianto fotovoltaico sui tetti per alimentare le nuove attività sottostanti. Ottenuto approvazione progetti Vigili del Fuoco. Abbiamo ottenuto l’approvazione e conseguente delibera per la monetizzazione degli standar pubblici da parte di ASI . Abbiamo ottenuto il parere favorevole per il cambio d’uso dei locali in questione a commerciale. E continuiamo a investire con lo scopo di iniziare a intraprendere attività all’interno di questo complesso.
Allora ci siamo quasi?
Noi ci siamo sempre ma, purtroppo, esiste un problema molto serio: “La burocrazia”
In che senso? Quali sono ancora gli ostacoli da superare?
Ad oggi, abbiamo già le autorizzazioni da tutti gli Enti coinvolti, per aprire le prime due attività commerciali all’ interno dell’opificio a sud ,però di fatto ad oggi siamo già bloccati .
Perchè siete bloccati ?
In riferimento a queste due attività abbiamo già tutta la documentazione e i pareri necessari degli Enti , ma, inaspettatamente e con stupore, ci è stato negato il permesso di costruire per il cambio di destinazione d’ uso a commerciale da parte del Comune di Tricase perchè ,secondo quest’ultimo, la destinazione d’uso per quella zona è solo per scopi industriali e/o artigianali perchè lo stesso Comune, ci ha comunicato nel diniego, che non ha mai recepito la variante all’art.21 NTA del Piano ASI che consente di insediare strutture commerciali in zona industriale nei limiti del 10% della superfice fondiaria in ciascun lotto.
Quindi nella zona industriale di Tricase si possono aprire soltanto attività industriali e artigianali, è cosi’?
Innanzitutto quella zona è denominata Agglomerato ASI di Tricase – Specchia – Miggiano, percio’ facciamo notare che Tricase è soltanto uno dei tre Comuni che fanno parte in quell’area e quindi ci si aspetterebbe quantomeno una concertazione tra i tre comuni su queste questioni fondamentali! Poi Vi invito a cercare sul motore di ricerca google ,digitando “approvazione variante Tricase ” , ecco di cosa stiamo parlando , ci sta anche la pubblicazione del Comune di Tricase , … ma probabilmente ribadiranno che anche questo non ha alcuna valenza L’unica certezza , ad oggi, è il fatto che noi abbiamo già , dal 16 maggio 2022, il parere favorevole del consorzio Asi al progetto completo presentato dalla nostra Società relativo al cambio di destinazione d’ uso a commerciale dei locali in questione di tipologia dimensionale M2 , perchè lo prevede lo stesso regolamento vigente in quel territorio Asi che, in poche parole, dà la possibilità di destinare ad attività commerciali e/o distributive ,un massimo del 10% della superficie fondiaria dei lotti interessati . Ricordiamo anche ,che il consorzio Asi è di fatto sovraordinato rispetto al Comune di Tricase , forse anche questo significa qualcosa.
Ma se non ricordo male , in quella zona ci sono già delle attività commerciali o sbaglio?
No , non sbaglia, ricorda bene
E’ questo il problema o ce ne sono altri?
Altri motivi ostativi , aggiunti dal Comune, al rilascio del PDC per il cambio d’uso a commercial sono riferiti ad un non concorde parere , tra lo stesso Comune e Consorzio ASI, in riferimento al conteggio delle superfici da reperire a standard pubblici e l’ Ente competente al quale compete determinarli ed esercitarli. Nello specifico il Comune scrive “che il Consorzio ASI non ha indicato sulla base di quale norma abbia ritenuto di autorizzare in proprio favore la corresponsione dell’importo” derivante dalla monetizzazione degli standard pubblici e anche sui “dubbi” nel merito della decisione del Consiglio ASI di adottare la facoltà di monetizzare gli stessi.
Dall’altra parte ASI , nel Settembre 2022, risponde alla posizione del Comune “per contestarne il contenuto , poichè infondato sia in fatto che in diritto”, spiegandone ovviamente il motivo di tale loro affermazione. E noi siamo qui ,per certi versi sconcertati ,ma anche amareggiati, nel subire queste burocrazie che si sovrappongono , si aggrovigliano, e poi si scontrano e alla fine chi ne accusa le conseguenze siamo sempre noi , perchè , adesso, dobbiamo attendere un Giudice per chiarire le questioni burocratiche del Comune e di ASI , infatti e inevitabilmente, siamo stati costretti a presentare ricorso innanzi al TAR .
E’ chiaro che il tutto farà slittare inevitabilmente tutti i programmi previsti e cio’ mortifica assai , pensando all’ impegno profuso, agli investimenti in corso, ai contratti già in essere con conseguente danno alla nostra Società che inevitabilmente non potrà far altro che accrescere con il passare dei mesi in attesa di sentenze.
State affrontando una situazione lunga e complessa, mi sembra di capire!
Il percorso è stato tutto in salita sin dal primo momento , infatti , subito dopo l’ aggiudicazione in asta pubblica (che ricordiamo essere andata deserta tutte le predecenti volte ), quest’ultima è stata oggeto di ricorso da parte di terzi ma non ha trovato legittimazione davanti al Giudice e percio’ ,già dall’inizio ,abbiamo perso mesi di tempo. Successivamente abbiamo subito tutti il periodo Covid . Probabilmente questa aggiudicazione ha creato malcontenti e malumori , forse abbiamo guastato i piani a qualcuno! Ma quale è la nostra colpa?
E con le amministrazioni del comune come è andata in questi anni ,c è stata collaborazione?
Nei successsivi primi mesi , con l amministrazione di quel tempo , di cui non conoscevamo nessuno dei membri che lo componevano neanche il sindaco ma comunque si era instaurato un rapporto cordiale e di pronta collaborazione da entrambe le parti anche con degli incontri presso i nostri uffici della sede di Specchia, un rapporto di dialogo e di ascolto come è normale che sia tra gli imprenditori e amministrazioni locali e non solo .Dopo alcuni mesi c è stato il commissario prefettizio, con il quale si sono succeduti degli incontri presso il Comune e in quel periodo ricordo che si è conclusa l’ iter di acquisizione del terreno comunale ove era ubicata la vasca di raccolta delle acque piovane del complesso ex Adelchi che fino ad allora versava in stato di completo abbandono, oltre a rappresentare un pericolo vista la dimensione e la profondità essendo priva di recinzioni , ecc.
Poi , con l’ attuale amministrazione ?
Qualche settimana dopo le elezioni abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con il Signor sindaco De Donno , e ci ha ricevuti nel suo ufficio presso il comune di Tricase. In tale occasione ci siamo presentati con l’intenzione da entrambe le parti di una sincera e proficua collaborazione e dialogo. Da premettere che noi non conoscevamo l’attuale Sindaco e neanche i componenti dell’attuale amministrazione.
E quindi, si sono susseguiti altri incontri e/o confronti con il Sindaco o con esponenti dell’ amministrazione?
Ad oggi, purtroppo no , ma comunque restiamo disponibili e fiduciosi per un confronto per cercare di risolvere questa situazione di stasi che certamente non giova a noi ,ma neanche a chi vedeva un’ opportunità di nuovi posti di lavoro, posso solo confessare che la mia famiglia è da oltre cinquant’anni che riesce a crearne.
Ormai sono sono piu’ di 3 anni che siete qui nella zona industriale di Tricase ,quindi ormai conoscete questo territorio ,chiedo a voi imprenditori , quali prospettive di sviluppo reale ci sono qui nel prossimo futuro ?
Basta osservare cosa è accaduto negli ultimi decenni in questa zona industriale , è difficile non accorgersi che quest’area possa ancora risultare attrattiva e quindi trovare sviluppo restando ancorati alla speranza di una zona solo industriale/artigianale, che ,di fatto , già oggi non lo e’ , e ricordo anche che l’agglomerato ASI di Tricase – Specchia – Miggiano è tra le poche a non essere comprese nelle zone ZES (Zone Economiche Speciali) , invece lo sono gli agglomerate ASI di Lecce-Surbo, Nardo’-Galatone, Galatina –Soleto oltre alle zone dei Comuni di Melissano, Casarano, Matino. Percio’ è facile capire che cio’ penalizzerà ancora di più ,nei prossimi anni, il nostro Agglomerato , che , paradossalmente, rischia di essere ancora meno attrattivo per gli insediamenti di nuove attività industriali . Basti pensare che altri Comuni Consorziati hanno già da tempo individuato , richiesto e ottenuto da ASI l’istituzione delle cosidette aree miste all’interno dei propri agglomerati, cioè aree dove sono consentite ,oltre l’attività produttiva , anche l’attività commerciale , propriamente detta e senza limitazioni al 10%, , e per vedere degli esempi ,senza andare troppo lontano (vedi Agglomerato Lecce-Surbo , Maglie Melpignano e altri) ,un esempio è il vicino territorio di Surano , anche se non territorio ASI, dove coesistono diverse tipologie di attività (industriale e commerciale) , ed è sotto gli occhi di tutti la capacità attrattiva di nuove attività di quella zona con tutti gli evidenti vantaggi che cio’ ha comportato per gli abitanti di quel Comune e di quelli limitrofi e anche per le casse dello stesso Comune , a dirla tutta! Pensiamo anche alla futura costruzione della nuova SS275 che creerà vantaggi enormi per l’agglomerato di Tricase-Specchia-Miggiano .
Quindi nuove opportunità di sviluppo concreto per quel territorio ci sono e ci saranno in futuro, ma da dove partire ?
Purtroppo, qui, si continua a ritornare sugli stessi argomenti e problemi di sempre ,lo stato di abbandono di quell’area, la questione dei servizi di acquedotto , fogna , ecc,ancora mancanti in quella zona , quindi si discute di questioni e problemi del passato ancora da risolvere , certamente importanti e fondamentali per lo sviluppo di questa zona ,ma purtroppo , anche ottenendoli ,in futuro , speriamo al piu’ presto , è facile capire che questi sono solo il punto di partenza e non di arrivo per creare attrattiva per nuove attività , oggi occorrerebbe già programmare per il domani e guardare oltre.
Cosa si sente di dire all’Amministrazione Comunale di Tricase
Ribadiamo ,sinceramente, la nostra disponibilità in un proficuo confronto con l’amministrazione che possa consentire di superare questa nostra situazione di stasi adesso e che poi possa essere un punto di partenza per il prossimo futuro ,ovviamente coinvolgendo tutte le parti e gli attori (pubblici e privati), per discutere di sviluppo di questo territorio , anche se, ahimè! , anche alla luce delle vicende prima descritte , cio’, sembra essere soltanto utopia oggi ,ma si sa che gli imprenditori devono essere ottimisti , ma non possono aspettare troppo tempo per intraprendere, appunto. Il danno non sarebbe soltanto loro, per ovvi motivi che tutti comprendono!
Il sindaco di Tricase Antonio De Donno: E’ fondamentale sgombrare il campo dalla idea fuorviante – dichiara De Donno – che si tratta di una posizione preconcetta dell’amministrazione e degli uffici comunali. Nessuna lotta contro qualcuno, chi si metterebbe di traverso rispetto a un progetto in grado di creare occupazione soltanto per un capriccio , ma il Comune applica le leggi e si muove automatico. Ciascuno può fare quello che la norma in vigore permette. Ed ancora il sindaco conclude:” Attendiamo il pronunciamento del Tar sulla questione sollevata da Olc e soltanto dopo la decisone dei giudici saremo in grado di riprogrammare il tutto. Da parte nostra massima disponibiltà”
L’opposizione di palazzo Gallone con il gruppo “ Tricase che fare?”, chiederà al sindaco De Donno di avere una relazione dettagliata sull’intero iter e sulle comunicazioni intercorse tra il Comune di Tricase e l’azienda Olc