di Pasquale FERRARI
“Cu lu tiempu e cu la paja se mmàturane le nespule”.
Riflessioni “a tempo”.
Troppo ghiotta l’occasione per non celebrare, anche localmente, la cattura dell’ormai ex superlatitante Matteo Messina Denaro, condannato all'ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, sciolto nell'acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del '92, costate la vita tra gli altri ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del '93 a Firenze (strage che costò la vita a cinque persone, tra le quali altre due bambine, una di appena 50 giorni di vita), Milano e Roma.
L’arresto del boss, purtroppo, non restituirà la vita al piccolo Giuseppe, né alle centinaia di vittime di mafia. Rende, però, Giustizia al loro Sacrificio.
La soddisfazione e l’orgoglio, immensi e giustificati, della Procura di Palermo e dell'Arma dei Carabinieri che hanno fermato la latitanza trentennale dell'ultima "primula rossa" di Cosa Nostra, scrivendo l’ennesima pagina di Storia, sono l’espressione di un Sentimento pulito e candido, condiviso unanimemente da tutte le persone per Bene. L’operazione è il frutto di anni di lavoro, di costanza, perseveranza, abnegazione, del sacrificio di uomini e donne della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, che hanno creduto nella realizzazione di un progetto, con convinzione, e che ci spingono oggi – forse inconsapevolmente – ad una riflessione sul Tempo.
“Dio non paga il sabato". In passato, il sabato era giorno di paga, e questo proverbio sta a significare che Dio non ha obbligo di rispondere seduta stante alla provocazione e alle ingiustizie: la giustizia divina, infatti, prima o poi arriva, a prescindere dal momento. Il proverbio è arte, poesia; è soprattutto pensiero scaturito dal lento trascorrere di generazioni passate. Un altro vecchio adagio dialettale, infatti, tipico della nostra città, che ricordo scandire come un mantra dalle labbra dei nonni, deposito di saggezza incommensurabile, recita l’esaltazione della Pazienza, quasi a voler rifiutare l’arrendevolezza: “Cu lu tiempu e cu la paja se mmaturane le nespule”. La traduzione letterale è fin troppo chiara. Il senso, invece, vuole essere un Monumento alla Pazienza, all’Arte del saper Attendere. Il Tempo porta tutto a maturazione. Persino le nespole con l'aiuto della paglia (la pazienza).
La riuscita che celebriamo in questi giorni sembra quasi voler irrompere nelle nostre Vite, per arginare il problema del “tutto e subito”, uno dei più annosi della nostra società, per riscoprire il Piacere dell’Attesa. Non siamo più in grado di aspettare un qualcosa. L’Attesa aumenta il desiderio, la voglia nel perseguire un obiettivo. Può sembrare una frase retorica, ma quante volte nella nostra vita abbiamo provato questa sensazione. L’Attesa è essa stessa piacere. Scrittori e poeti ne hanno scritto lasciandoci frasi e aforismi che hanno fatto la storia.
Dal nostro piccolo angolo di vita, il plauso che tributiamo ora alla Giustizia, che con Pazienza ha dato le risposte che tutti aspettavamo, sia, parallelamente, il ringraziamento per averci dato l’opportunità di soffermarci sull’importanza del Tempo e dell’Attesa. In spagnolo “aspettare” si dice “esperar”, perché in fondo aspettare è anche sperare. Se si costruisse la casa della felicità, la stanza più grande sarebbe la sala d'attesa. Facciamone tesoro. Non stanchiamoci di aspettare perché il giorno più bello della nostra vita può arrivare domani.