Mano robotica e webcam: merito di un tricasino

L’ingegnere Ludovico Russo trova una soluzione per consentire ai sordociechi di comunicare a distanza

Ne avevamo già parlato, ma quella buona notizia merita un aggiornamento. Sono circa 5.000 le persone sordocieche in Italia e 200.000 in tutta Europa. Non possono sentire, vedere e quindi non riescono a parlare. Una startup italiana sta lavorando a una soluzione tecnologica al problema. Di questa avventura scientifica è protagonista il dott. Ing. Ludovico Orlando Russo di Tricase. Si tratta di Looqui, startup incubata in Tim WCap che all’ultimo Smau Milano ha presentato una mano robotica che serve alle persone sordocieche per comunicare in remoto attraverso la Lingua dei Segni Tattile.«Le persone affette da questa disabilità multipla - spiega Ludovico Russo - hanno a disposizione solo il tatto: comunicano attraverso una lingua che funziona toccando le mani dell’interlocutore. Noi vogliamo permettere che questa comunicazione avvenga anche in remoto. Come? Attraverso un dispositivo visivo che da una parte cattura il movimento della mano e lo replica sulla mano robotica». La persona sordocieca, che avrebbe sul suo terminale una mano robotica sentirebbe quindi replicati i movimenti manuali del suo interlocutore dal robot. «Il sistema - conclude Russo - permetterà di comunicare a distanza come noi parliamo al telefono normalmente». Il cuore del sistema di Looqui, soluzione nata da ricerche effettuate nel 2011 al Politecnico di Torino, è il software: la società ha infatti sviluppato un protocollo di trasmissione (per cui è stata presentata domanda di brevetto) che descrive un modo per trasferire dati rappresentanti movimenti dalla mano tramite internet in tempo reale e bidirezionale. Questo, insieme ad un sistema di visione e alla mano robotica antropomorfa low-cost (stampata in 3D) permette di realizzare soluzioni di telepresenza e telemanipolazione. All’ing. Russo tutti i nostri auguri.

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