E’ cronaca di questi giorni: la Regione sta per approvare una legge per ottenere le compensazioni dalla Società che gestisce il TAP.
Dopo battaglie che hanno visto in prima linea le Istituzioni (ricordate i Sindaci con le fasce tricolori manifestare contro un’opera approvata dallo Stato e attuazione di accordi internazionali?), oggi la crisi energetica ed il caro bollette portano ad un cambio di direzione. Quello che sprezzantemente si è rifiutato alcuni anni fa, perché –così si diceva- non si poteva svendere il territorio e la salute (???) oggi viene ricercato ed auspicato con una legge. E’ proprio vero: quando c’è la fame (di energia in questo caso) ogni battaglia ideale e di principio, ammesso che fosse un principio condivisibile e che fosse un nobile principio, passa in secondo piano.
Ormai del resto il TAP è stato realizzato e, a dire il vero, non è che abbia portato tutto questo sconquasso; basti pensare che i pochi alberi di ulivo che si sono salvati dalla xylella sono stati quelli che, durante i lavori, erano stati spiantati e custoditi per poi essere ripiantati.
Maggioranza ed opposizione hanno così presentato tre progetti di legge che dovranno confluire in un unico testo che probabilmente sarà votato all’unanimità.
Servirà a qualcosa?
Forse servirà ad assumere condotte più razionali e meno ideologicamente viziate, frutto di un ambientalismo esasperato che assolutizzando un valore, perde di vista la complessità delle questioni.
Forse servirà anche a riflettere maggiormente su quella che viene presentata come un’altra catastrofe ambientale e turistica come viene presentato il Parco off shore. Parliamo delle 90 pale che, a distanza dalla costa, serviranno per produrre energia pulita.
Che fare? Ancora una volta i sindaci e non solo sono scesi in campo per dire no. Ed anche il Consiglio comunale di Tricase si è pronunciato per il no.
La storia del TAP deve pure insegnare qualcosa, tanto più ora con la crisi energetica e con il caro bollette.
Il TAP e la congiuntura di crisi ci potranno aiutare a ragionare sulle cose, con una apertura anche alle nuove sfide, evitando ideologiche chiusure che, vedi il TAP, non hanno giovato e non giovano a nessuno.
A.D.