di Alessandro DISTANTE
Siamo alla 12^ edizione del Premio Il Volantino.
Un’occasione per conoscere una prestigiosa firma del giornalismo italiano e per ascoltare, attraverso di lei, il mondo.
Lucia Goracci è stata inviata della RAI praticamente in tutto il mondo e, soprattutto, in tante zone di crisi.
Dall’America Latina, all’Asia, al Medio Oriente ed ora dagli Stati Uniti d’America. Come non ricordare l’intervista al talebano afghano che non la guarda in faccia perché donna; come non ricordare il coraggioso servizio sulla deputata rumena no vax che chiama la polizia accusandola di furto.
Una giornalista coraggiosa, oltrechè professionalmente ineccepibile.
Una giornalista-donna e domenica sera vi sarà un’altra giornalista-donna di nazionalità afghana. Donna e libertà e non solo di stampa.
Mai come in questi ultimi tempi abbiamo toccato con mano come il locale si intreccia con il globale: la guerra in Ucraina tocca le nostre vite fino ad imporci stili di vita diversi.
Ed allora è importante conoscere per superare le conflittualità. La conoscenza, avvenga attraverso la stampa oppure attraverso lo studio oppure attraverso le testimonianze, è condizione essenziale per comprendere quanto sia vero che “siamo tutti sulla stessa barca”. Lo è stato per il Covid, lo è per la guerra.
Un giornale locale non può essere localistico. C’è tutto questo dietro ad un Premio che non è solo un tributo a chi se lo merita, ma è un richiamo a noi stessi, a non pensare di essere l’ombelico del mondo.
Aprirsi sempre, in una continua osmosi tra radici e orizzonti, tra piccolo e grande, tra locale e globale.