di Pino GRECO
ABBIAMO CHIESTO UN PARERE… NON TUTTI HANNO RISPOSTO
Abbiamo chiesto a rappresentati delle Istituzioni Locali e “semplici” cittadini di esprimere il loro pensiero sui fatti delle cronache giudiziarie che hanno portato ad ipotesi di reati corruttivi che investono anche il mondo della sanità nel Capo di Leuca. Non tutti hanno risposto
Antonio DE DONNO – Sindaco di Tricase
Io aspetto l’esito delle indagini, non mi sembra opportuno prendere posizione, non è questo il momento. Piena fiducia nella magistratura, se qualcuno ha commesso condotte illecite ne risponderà ma al momento i soggetti coinvolti hanno il pieno diritto di difendersi e sui loro comportamenti potremo esprimerci a eventuale condanna definitiva. E’ ovvio che tutti auspichiamo la legittimità giuridica dei comportamenti di ogni attore soprattutto se pubblico. Penso sia sbagliato generalizzare sui massimi sistemi, perché non tutto avviene secondo corruzione o raccomandazioni. Alcuni degli attori coinvolti hanno fatto la storia di imprese in cui lavorano migliaia di persone, il metro di valutazione sociale e politico deve partire anche da queste considerazioni. Se ci sono stati comportamenti giuridicamente rilevanti ne risponderanno, ma occorre attendere la fine delle vicende giudiziarie
Claudio PISPERO – Già Vice Sindaco
Bisogna aspettare e capire come questa indagine, certamente complessa – andrà a finire. I fatti di cronaca giudiziaria di questi ultimi giorni – hanno avuto un impatto molto forte suscitando reazioni di ogni genere anche nella nostra Città. L’augurio che faccio nell’interesse del nostro territorio- che non merita questo “ percorso”, che tutto venga chiarito al più presto affinchè la politica e l’intera comunità possano continuare a programmare non solo per raggiungere obiettivi che migliorino la vita del nostro territorio ma- nello stesso tempo che diano lustro a questa nostra amata Tricase che ritorni ad essere il centro politico ed imprenditoriale del Capo di Leuca
Dante DE GIORGI – Presidente del club Rotary Tricase- Capo di Leuca
In merito alla vicenda giudiziari che ha stravolto Tricase, conosco poco se non quanto riferito dai media ed ho piena fiducia nella magistratura. Aggiungo che l’opera e i servizi resi dalle suore Marcelline alle genti del Salento sono sotto gli occhi di tutti
Salvatore MUSARÒ - Sindaco di Andrano
Come tutte le inchieste giudiziarie che coinvolgono soggetti istituzionali e politici, anche quella denominata “Re Artù” ha avuto un impatto molto forte suscitando reazioni di ogni genere.“Il Volantino” ci invita ad esprimere un parere sull’accaduto. Ma se sull’inchiesta ritengo non sia possibile esprimere giudizi nel merito della fondatezza o meno delle accuse contestate, poiché abbiamo il dovere attendere la conclusione del procedimento penale, alcune considerazioni si possono esprimere sul piano politico. Una di carattere generale che riguarda i partiti, costituzionalmente previsti come luoghi di partecipazione democratica per la determinazione della politica nazionale, sostituiti dal rapporto tra persone e cordate che costruiscono il meccanismo del consenso al di fuori della logica di una linea politica discussa all’interno di soggetti collettivi. Tale situazione trasmette agli eletti una condizione di fragilità ed indebolisce la rappresentanza all’interno delle Istituzioni. L’altro aspetto, in particolare, che emerge è, forse, la carenza di programmazione nella gestione dei servizi sanitari con una non efficiente e non efficace gestione delle risorse pubbliche. La logica emergenziale della pandemia ha accentuato tali criticità mettendo in fibrillazione l’intero sistema sanitario; sarebbe necessario riformarlo ristrutturando la rete ospedaliera, migliorando il sistema di reclutamento del personale, costruendo la nuova rete della medicina territoriale? Su tali problemi ed aspetti è urgente un confronto pubblico che coinvolga l’intera comunità regionale nelle sue diverse articolazioni a partire dai Comuni, primario luogo di rappresentanza delle Comunità, per valutare insieme la necessità o meno di un’organizzazione e gestione a livello di governo centrale o di una diversa competenza delle Regioni per cercare di ottimizzare le risorse umane, professionali, finanziarie per garantire, tra l’altro, anche alle popolazioni del Sud livelli di assistenza adeguati affinché non siano più necessari , ancora oggi, i cd. “viaggi della speranza” al Nord e non ci siano le “lunghe attese” per attuare concretamente il diritto alla salute, costituzionalmente garantito a tutti, anche come interesse collettivo.
Giovanni CARITÀ - Capogruppo Consiliare “Tricase, che fare?”
QUESTIONE MORALE E QUALUNQUISMO: DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA.
Il problema è ben più serio e radicato di quanto emerge dalla recente inchiesta giudiziaria. Sarebbe giusto dire che il problema della politica italiana è stato e resta la QUESTIONE MORALE. Negli ultimi decenni la MORALE viene accostata sempre meno alla POLITICA. Oltre un anno fa scrissi che i governatori delle Regioni, i Presidenti delle Province, i Sindaci, hanno colto appieno l’occasione fornita dalle varie riforme degli enti locali al fine di utilizzare risorse pubbliche per staff personali: segretari, consiglieri personali, addetti stampa, portavoce, ecc... .Tutto legittimo certamente! Tutto a norma di legge, ma oltre alla legittimità di una scelta la buona politica richiede valutazioni più ampie e profonde: una su tutte quella dell’opportunità decisionale di chi governa una regione o amministra una città. Mancando questa visione della politica, la maggior parte degli amministratori, senza distinzione di appartenenza, sceglie direttamente il personale che ritiene “necessario” all’ente, non tramite pubbliche graduatorie. Difatti i prescelti sono quasi sempre "prossimi", per parentela o vassallaggio, al politico di turno. Di contro, rare volte si tengono in considerazione i tantissimi giovani laureati e competenti che, in conseguenza della mala-politica, sono condannati a lasciare la propria terra, alla disoccupazione oppure all’asservimento. In questo modo i politici di oggi danno vita a delle vere e proprie corti, più o meno numerose, tramite le quali raggiungono, esercitano, preservano il potere e detengono “pacchetti di voti”. Chiarito questo aspetto e ribadita l’esigenza di ricollocare al centro della politica la QUESTIONE MORALE, ritengo altrettanto necessario far notare un altro male atavico del nostro Paese e del Mezzogiorno d’Italia, di cui anche Tricase ne è espressione. Questo male non interessa direttamente la classe politica ma ne determina lo status quo sul quale la stessa si consolida nel tempo. Questo male si chiama QUALUNQUISMO! La domanda chiave è: il modus operandi della parte marcia della politica può essere genericamente risolto con la solita frase “sono tutti uguali”? Nel rispetto dei ruoli, delle istituzioni e del garantismo, mi sento di dire ancora una volta che la decisione più importante spetta sempre ai cittadini nel proprio libero e singolare ruolo di elettrici ed elettori, soprattutto quando sono chiamati ad esercitare il diritto al voto che è per Costituzione “personale ed eguale, libero e segreto”.
Gianfranco MELCARNE – Sindaco di Gagliano del Capo
Le cronache giudiziarie su politica e sanità di questi ultimi giorni hanno messo in luce ipotesi di accordi corruttivi tra gli indagati che, purtroppo, avrebbero riguardato direttamente anche il nostro Ospedale “Daniele-Romasi” di Gagliano del Capo. Da ciò che si apprende dagli organi di informazione la Guardia di Finanza avrebbe focalizzato l’attenzione sulla posizione dell’Ospedale “Panico” di Tricase e sulle iniziative della Regione in merito alla rete nefrologica e dialitica della Provincia di Lecce. Gli inquirenti hanno accertato che l’Ente Ecclesiastico “Pia Fondazione Card. G. Panico” era dotato di 26 posti letto dislocati presso il Centro Dialisi a Santa Maria di Leuca e che nel triennio 2015/2017 la struttura aveva superato il plafond di spesa assegnato dalla Regione Puglia registrando cospicue prestazioni c.d. “extra-tetto” per 15 milioni circa di euro. L’accordo di partenariato tra ASL Lecce e l’Ospedale “Panico” prevedeva tre diverse percentuali di rimborso per le prestazioni erogate, che vanno dal rimborso integrale al 100% per le prestazioni erogate dal Centro Dialisi di Leuca, a quella del 91% per quelle erogate presso la struttura pubblica di Ugento ed infine del 50% per quelle erogale presso la struttura di CAD di Gagliano. I militari hanno constatato che l’Ente Ecclesiastico “Panico” ha erogato prestazioni dialitiche esclusivamente tramite il CAD privato di Leuca (tipologia A con rimborso al 100%) e non tramite il CAD pubblico di Gagliano del Capo (Tipologia B). Si legge nello specifico che «la cessazione del CAD di Gagliano del Capo derivava, di fatto, non dalla mancanza di dotazioni e strutture tecnologiche, ma dalla mancata attuazione dell’accordo da parte dell’ente privato che ne avrebbe dovuto assicurare il funzionamento. E il direttivo ASL piuttosto che sollecitare l’ente privato al rispetto delle pattuizioni, optava per la discutibile scelta di chiudere una struttura pubblica dotata di macchinari certamente costosi, pagati con denaro pubblico. Per altro verso, la dismissione del CAD pubblico costituiva un indubbio vantaggio per il Panico, definitivamente affrancato dalla previsione contrattuale meno remunerativa e consolidava il trasferimento di ingenti risorse finanziarie assegnate all’ASL Lecce in favore dell’Ente Ecclesiastico». Per la verità, lo smantellamento e la dismissione di tutte le apparecchiature del Centro Dialisi dell’Ospedale di Gagliano (avvenuti il 18 dicembre 2020 e costati somme cospicue di denaro pubblico) mi avevano sin da subito notevolmente preoccupato, infatti il 21 dicembre 2020 inviavo ai vertici della Asl Lecce una Pec con cui chiedevo conto delle ragioni poste alla base di tale decisione e mi veniva risposto che il trasferimento dei posti letto/rene ubicati presso il distretto Socio Sanitario di Gagliano rientrava da tempo nei piani dialitici regionali e della Asl