di Alessandro DISTANTE
Un inizio di Estate con il botto, anzi con tre botti!
Festa di matrimonio in Piazza Pisanelli; Festa di San Vito, Sant’Antonio e Santa Teresa; Festa di una Maestra che non c’è più.
Feste che hanno segnato il ritorno a quella voglia di incontrarsi per troppo tempo soffocata dal Covid.
La Festa di matrimonio in Piazza è stato l’evento che più ha fatto discutere. “Una Piazza sequestrata e privatizzata” ha gridato qualcuno. “Una Città ospitale” ha replicato qualcun altro.
La Festa è stata una festa aperta: niente transenne, niente body gard; niente biglietti di ingresso o di invito. Chi voleva, poteva partecipare e così la Piazza è diventata il luogo-cuore della Città che ha fatto da cornice ad una bella cerimonia popolare.
Certo tutto andrà regolamentato, anche per evitare di avere una festa continua o decidere di volta in volta e non si saprebbe bene in base a cosa. Ma, in disparte i problemi di legittimità, Tricase ha fatto parlare (bene) di sé ed è stata ospitale. Non è poco per una Città che vuole diventare ed essere sempre di più attrattiva turisticamente.
Le Feste patronali sono tornate: bella la partecipazione, ancora una volta senza barriere; il tratto più bello? Nessuna separazione tra generazioni.
Ed a proposito di generazioni, molto significativa la Festa (ricordo) per la maestra Teresa Alcaino: presso la Scuola Caputo è stato presentato (dai Figli) il libro scritto dalla maestra per i Nipoti; si è subito capito che i nipoti non erano soltanto quelli di sangue. Una bella festa, ancora una volta nel segno di una comunità viva.
Le Feste; momenti importanti che sottolineano la voglia di partecipazione.
Eppure ciò non è avvenuto in occasione dell’appuntamento referendario.
E’ la crisi della democrazia; non solo perchè in pochi hanno votato ma anche perché è assurdo che questioni così complesse e che si trascinano da anni vengano sottoposte in ben cinque quesiti ai cittadini. La democrazia è in crisi, -come ha detto qualche giorno fa qui da noi Massimo Cacciari- e la crisi, secondo il Filosofo, potrebbe essere irreversibile se non si recuperano i luoghi dell’incontro, per vivere nel “benessere” che –ha spiegato Cacciari- non è avere di più ma vivere di più o bene-vivere. Le Feste, nonostante tutto, hanno indicato una strada, quella della partecipazione che però non può essere solo… per le feste.