Sabato, 30 aprile 2022
Perde un pezzo la nuova maggioranza dell’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Antonio De Donno.
Il consigliere Armando Ciardo lascia la maggioranza.
E’ accaduto ieri pomeriggio nella seduta del Consiglio comunale
Nella foto il prof. Armando Ciardo
Questo il documento del Consigliere comunale Armando Ciardo
Sig. Sindaco, Sig. Presidente e Colleghi Consiglieri, da tempo attendevo la convocazione del Consiglio Comunale, unica sede deputata per rispetto istuzionale, per liberarmi da quanto ho trattenuto a lungo dentro me stesso con enorme amarezza, frustrazione e senso di impotenza in questi due anni circa di amministrazione. E’ vero, il rammarico è tanto per la decisione che oggi assumo e che mai agli albori della mia esperienza politica avrei pensato di assumere ma è altrettanto vero, e ne sono totalmente convinto, che solo così sarò veramente utile agli elettori che mi hanno dato fiducia ed all’intera comunità, partendo dalla frazione di Depressa, cui appartengo ed a cui ho garantito impegno e risultati. Diversamente continuerei a sentirmi menomato nel mio status di Consigliere Comunale e soprattutto condizionato dalla dipendenza di un Sindaco che non mi ha mai riconosciuto, per non dire altro, e di conseguenza dalla appartenenza formale alla maggioranza consiliare.
Consentitemi di ripercorrere brevemente la mia storia a Palazzo Gallone per condividerla, oltre che con voi colleghi amministratori, con i cittadini che ci seguono o che avranno modo di farlo in differita.
Sono stato eletto Consigliere del Comune di Tricase con la lista “Tricase futuro Comune” che ha portato non pochi consensi. All’indomani della mia elezione sui giornali locali e sui social apparivano eclatanti dichiarazioni di Lei Sindaco su come la frazione di Depressa sarebbe stata ben rappresentata dal Consigliere Armando Ciardo che avrebbe avuto piena delega alla frazione, nonché alla Cultura e che sarebbe stato sempre invitato in Giunta se pur senza poteri deliberativi supplendo in tal modo alla mancanza di assessori di Depressa. A dire il vero e pur con tutta la mia inesperienza amministrativa, mi risultava già tecnicamente difficile crederci ma mai avrei immaginato di approdare per metodo, considerazione e rispetto agli antipodi.
Un sentore, per la verità, l’ho avuto quando all’indomani dell’insediamento, Lei Sindaco, ha voluto scientemente rompere con tutte quelle risorse umane, associative ed istituzionali che ci avevano consentito direttamente ed indirettamente di vincere le elezioni e con cui si erano prefissati degli obiettivi e dei metodi di lavoro e di crescita per rasserenare ed unire la comunità e far ritornare a Tricase l’agorà politica. Un gran peccato per davvero, Sindaco, che ci ha portato anche ad un inopportuno isolamento politico che abbiamo pagato con le recenti elezioni provinciali.
Ma non è tardata ad arrivare anche la mia di ora, di isolamento ed emarginazione, quasi a depotenziare la mia voglia e passione di darmi incondizionatamente alla comunità, ed alla frazione di Depressa in particolare.
Non intendo tanto soffermarmi sui ruoli e cariche promesse e mai giunte, Sindaco, convinto più che mai che non è certo la poltrona a fare la differenza, ma la reale passione e l’effettiva abnegazione che ci metti quando sei chiamato a decidere le sorti del tuo paese. Solo per rimarcare il livello di presa in giro ricordo, Sindaco, quando Le esternai il desiderio di misurarmi nella presidenza della commissione Lavori Pubblici o in quella Ambiente e mi rispose che già mi avrebbero impegnato tanto le Deleghe alla Cultura ed alla frazione.
La verità, Sindaco, è che Lei non ha mai inteso sentir ragione bollando come dissenso fuori dal coro ogni mia perplessità che avanzavo o proposta che suggerivo, quasi ad imporre una cieca obbedienza e silenzio consiliare nel mettermi in riga additandomi, e questo, Sindaco, mi ha ferito molto nella dignità, di essere la longa manus di altri. Il mio impegno veniva costantemente eluso e disatteso da una subdola repressione delle buone intenzioni e nel tempo, credetemi, ho perso financo la fiducia di poter fare qualcosa di utile per la Città. E questo non posso consentirlo, mi sentirei di tradire i miei concittadini, di deluderli, ma soprattutto questa non è democrazia, almeno per come la intendo io.
Eppure non credo fosse insensata la mozione consiliare, che volevo proporre unitamente al gruppo consiliare e che mi è stata stoppata da Lei Sindaco, per l’acquisizione di Torre del Sasso dal Demanio per salvarla dall’incuria e valorizzarla. Mi rispose che sarebbe divenuto un onere.
Una modesta esperienza credo di averla in campo culturale non fosse altro per ragioni professionali, eppure Lei Sindaco in qualità di Assessore al ramo non ha inteso “usarmi” in questo campo, al di là di delega e non delega, e quando mi è stata concessa licenza ho elargito qualche consulenza artistica per favorire eventi atti a ricordare personaggi storici di rilievo e a valorizzare le risorse artistico-culturali appartenenti alla nostra Comunità e per la cui realizzazione, se pur gioiosamente, ci ho rimesso di mio.
Non credo di essere stato fuori dal coro nel raccogliere le istanze dei miei concittadini per sensibilizzare interventi di carattere ordinario e di decoro urbano, nè con la proposta di spostamento dei giochi ancora chiusi e blindati nella ex scuola dell’Infanzia Risa Bramato di Depressa presso altro luogo (come ad esempio P.zza Duca di Salve, dove peraltro erano già installati anni addietro arredi di carattere ludico).
Non intendo dilungarmi nella mia attività propositiva che è andata sempre più scemando per le ragioni innanzi dette, ma non posso fare a meno di ricordare la mortificazione patita per lo scempio decisionale sul Campo Sportivo di Depressa. Mortificazione condivisa con i miei concittadini a cui si è aggiunta la frustrazione allorchè, nonostante la decisione in maggioranza ed in una commissione consiliare dell’aprile dello scorso anno di revocare la concessione, appresi dall’albo pretorio e non dal Sindaco della delibera di giunta con cui si dava corso al rapporto di concessione senza se e senza ma. Ma di questo, raccogliendo l’occasione della mozione consiliare della minoranza, avrò modo di riferire a viso aperto nel corso della sua discussione.
Questa di oggi non è una resa, ma un riscatto che devo prima alla mia città e poi alla mia coscienza. Una decisione che mi consentirà di svolgere appieno con vigore e senza condizionamento alcuno il mio ruolo consiliare nell’esclusivo interesse del bene pubblico, giorno dopo giorno e sin da domani, nel segno della trasparenza, della semplicità che mi contraddistingue e dell’affetto che mi lega nel quotidiano ai miei concittadini.
Pertanto Sig. Presidente Le comunico ad ogni effetto e per quanto previsto dall’art. 18 quarto capoverso del Regolamento del Consiglio Comunale la mia ferma volontà di uscire da questa maggioranza per come governata (e ribadisco per come governata) e di conseguenza di distaccarmi dal gruppo consiliare Tricase Futuro Comune, precisando che non aderisco ad altri gruppi.