di Alessandro DISTANTE
Nei due numeri precedenti abbiamo parlato, con due distinti interventi, del Campo Sportivo di Depressa. E’ un argomento già discusso in Consiglio Comunale e che presto vi tornerà a seguito di una interrogazione dei consiglieri Carità e Baglivo.
Il Campo di Depressa è questione che porta con sé problemi giuridici, problemi politici, problemi degli Uffici comunali, problemi addirittura di compatibilità e incompatibilità tra assessori e privati interessati.
Il campo sportivo di Depressa è emblematico di una trasformazione profonda non solo di una comunità come quella di Depressa ma, in piccolo, di una intera Città e di un intero Paese, del suo modo di vivere e del suo modo di essere.
Oggetto di discussione la trasformazione di un campo da calcio in campi di padel. Tanto discutere per niente, potrebbe dire qualcuno!
Eppure il cambio dell’impianto sportivo fa nascere una serie di questioni, una più interessante dell’altra: abbiamo già scritto che si passa da un gioco a ventidue ad un gioco a due; abbiamo anche letto che il padel costa 40 euro ad ora a differenza dei molto più popolari costi di una partita di pallone. L’analisi può essere portata ancora più a fondo: la costruzione di campi di padel rischia di far fallire il principale obiettivo perseguito dal Comune di Tricase: ristrutturare un centro sportivo per riconsegnarlo alla fruizione piena della comunità.
Era questo l’obiettivo che ha portato le varie Amministrazioni che si sono succedute a Palazzo Gallone ad attivare una lunga procedura per dare in concessione il campo sportivo.
Ed infatti è indubitabile che i campi di padel, per loro struttura e per il costo dell’affitto, selezioneranno gli avventori. Ed allora sorge il dubbio che l’obiettivo perseguito dal Comune possa essere messo in crisi e addirittura tradito.
Detto in altre parole: dove e come si potrà assicurare ai giovani (e non giovani) di Depressa e di Tricase un luogo sicuro dove ritrovarsi per divertirsi?
E’ questa la domanda di fondo che, al di là delle questioni politiche e giuridiche, la Città deve porsi.
Sostituire un gioco di squadra (come il calcio) ad un gioco individuale (come il padel) non è una questione solo sportiva, ma involge grosse questioni sociali perché mette in crisi il gioco di squadra che è fondamentale per una comunità.