di Alessandro DISTANTE

La notizia della coppia di anziani coniugi ritrovata, dopo molti giorni, priva di vita ha scosso l’intera Città e non manca chi osserva che forse sarebbe stato il caso di fermarsi un attimo, magari per un giorno di riflessione cittadina.

Non è certo il caso di ricercare colpe o responsabilità che –almeno al momento- sembrano non esistere, ma certamente quanto accaduto non può neppure essere travolto ed archiviato nel vortice di un’Estate che vede la Città finalmente rianimarsi.

Una prima riflessione: nell’era della connessione tecnologica vi è una sfera privata difficile se non addirittura impossibile da raggiungere. Sembriamo connessi costantemente con tutto e con tutti e scopriamo che talvolta persino le nostre conversazioni vengono ascoltate e sfruttate per proposte pubblicitarie, salvo poi scoprire che il “Grande fratello” non si occupa e non vede il disagio di chi è fuori dalla sfera degli interessi della rete, specialmente di quella commerciale.

Un‘altra riflessione: il difficile equilibrio tra riservatezza ed invadenza che sempre di più caratterizza il nostro vivere i rapporti sociali fino a quelli tra parenti e vicini. Il disagio della coppia, dovuto alla malattia grave ed invalidante di uno di loro, non ha portato a chiedere aiuto, neppure dai servizi sociali e questo attiene a quella riservatezza che non è facile rompere ma pone anche un interrogativo su un welfare che si muove quasi sempre nel perimetro del disagio sanitario o sociale ma legato a quello economico.

Un’ultima riflessione: il rapporto di amore di una coppia che ha mantenuto fede alla promessa di rimanere unita anche nel dolore. Certo non hanno scelto di morire insieme, ma il caso o la disgrazia li ha portati a questo. Quello che resta di positivo è la testimonianza di una dedizione reciproca dove l’uno era insostituibile e vitale per l’altro ed è anche su questo è giusto riflettere.

 

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