Tricase,27 aprile 2020

di Alessandro Distante

Questa mattina è venuto a mancare il dott. Antonio Facchini; nell’esprimere il mio dolore e la vicinanza alla Famiglia, anche a nome della Redazione e dell’Associazione Amici del Volantino, lo ricordo come uomo di cultura, attento osservatore, illuminato protagonista della vita sociale e politica, uomo di fede attento ai bisogni e alle domande degli ultimi.

Non è facile e non è giusto condensare in poche righe i ricordi di una persona; è tanto più difficile quando si tratta di una persona che ha operato in tanti campi e così intensamente. L’elenco, certamente incompleto, è lungo: dall’impegno nella Fuci e nel Meic a quello nella Fondazione don Tonino Bello; dalle iniziative sociali e politiche con la DC e con le Acli al cineforum e ai giornali locali, dall’attività professionale come direttore della Scuola di formazione professionale a quella di dirigente comunale fino a quella di giudice non togato presso il Tribunale per i Minorenni.

Sono alcune delle attività e degli impegni, quelli che mi vengono per primi alla mente. Conoscevo Antonio da decenni; ogni incontro con lui era pieno di significato; non era mai banale, capace come era di tessere un dialogo profondo e proficuo.

Ho sempre avuto grande piacere e tratto grandi arricchimenti quelle volte -che oggi mi sembrano veramente poche- nelle quali ho conversato con lui.

Persona di grande spessore culturale, coniugava la sua preparazione ad una rara capacità di leggere in profondità il mondo che lo circondava, senza limiti spaziali e temporali.

Nelle conversazioni, fino alle ultime che ho avuto con lui, mi sorprendevo sempre per come riusciva ad offrire una chiave di lettura che metteva in evidenza i nodi di fondo delle questioni e, al contempo, indicava nuovi traguardi, che andavano sempre oltre e che erano sempre da raggiungere.

Antonio Facchini

La sua fede, incarnata nella storia secondo gli insegnamenti del Concilio Vaticano II, faceva della mediazione culturale il passaggio obbligato contro ogni integralismo e lo rendeva capace di aprire spazi di dialogo oltre ogni steccato.

La prima volta che lo ascoltai in pubblico fu a Depressa in una delle riunioni organizzate dalla associazione Salete: un intervento che ancora ricordo per la lucidità di pensiero, l’eleganza della forma e la forza delle idee, ingredienti che ho sempre ritrovato in tutti gli interventi che ho poi avuto il piacere di ascoltare.

Alle idee associava l’azione; ricordo, per tutte, la coraggiosa scelta, come segretario cittadino della D.C., di presentare alle elezioni amministrative una lista di giovani a sostegno del già Rettore prof. Donato Valli.

Si lasciò coinvolgere, su mia richiesta, anche nella avventura editoriale de il Volantino. Fu tra i primi soci della Associazione ed era la persona alla quale mi rivolgevo per avere preziosi consigli e interessanti spunti.

Era a lui che confidavo, per primo, la scelta del giornalista per il Premio annuale e, insieme a lui confezionavo la motivazione del Premio. Sempre presente a tutte le iniziative del Giornale, ha anche inviato suoi scritti.

Negli ultimi tempi mi aveva promesso un articolo, ma le forze non gli lo hanno consentito. Mi chiedo su cosa avrebbe scritto perché sarebbe stato un altro dono. Per tutto questo –e per tanto altro ancora- la sua perdita è una grande perdita.

Oggi mi sento orfano e, ne sono sicuro, tutta Tricase, e non solo, si sente più sola.

Ai suoi il mio e nostro affettuoso pensiero, specialmente ad Irene, ad Andrea, Alberto ed Ada, a Silvana e a tutti i Suoi cari nel ricordo di una Persona che ci mancherà ma che non dimenticheremo.

Alessandro

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