di Gerardo Ricchiuto Il “Panico” di Tricase è un ospedale che, in base ad una apposita legge statale del 1968, è classificato ed inserito nell’ambito del sistema sanitario pubblico. L’ultimo Piano Sanitario Regionale prevede 400 posti letto e lo inquadra come ospedale di I livello, riservando il II livello solo agli ospedali situati nei capoluoghi di provincia.
In uno studio condotto sulla realtà ospedaliera pugliese dall’Istituto Sant’Anna di Pisa, commissionato dalla Regione Puglia, in base agli indici considerati, risulta essere, insieme agli altri due ospedali cattolici presenti in Puglia, quello di San Giovanni Rotondo ed il “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, ai primi posti quanto ad efficacia ed efficienza e viene ritenuto un ospedale di eccellenza.
La Regione Puglia ha previsto presso questa Azienda Ospedaliera uno dei cinque centri pugliesi per lo studio e la cura delle malattie neurodegenerative e rare, e ciò in collaborazione con l’Università degli Studi di Bari.
Di non secondaria importanza è il ruolo rivestito dalla Facoltà di Scienze Infermieristiche, sede distaccata dell’Università di Bari, che permette la formazione di tanti giovani, provenienti da ogni parte della Regione.
Una realtà sanitaria, quindi, in controtendenza rispetto a quella del Meridione, che rappresenta una eccellenza anche nei confronti di altre strutture del resto d’Italia.
Peculiare ed interessante il fatto di essere un Ospedale che opera nel settore del no profit; un utile apporto ed integrazione al servizio sanitario pubblico, sempre meno sostenibile ed insufficiente a garantire il diritto costituzionale alla salute ed alla libera scelta delle cure da parte di tutti i cittadini, soprattutto dei meno abbienti.
A tal proposito molto utile e qualificata, per gli interventi ed i relatori convenuti, è stata la giornata del 4 dicembre, durante la quale si è svolto nella Sala del Trono di Palazzo Gallone uno degli eventi organizzati da un apposito Comitato per la celebrazione dei 50 anni dell’apertura dell’ospedale dedicata a “Presenza e prospettive dell’Ospedale “Card. G. Panico”. Gli Ospedali no profit nell’evoluzione del Sistema Sanitario Nazionale”.
Una occasione importante, speriamo anche per il futuro di queste strutture sanitarie, che ha permesso al Direttore Generale del Policlinico “Gemelli” di Roma, dott. Enrico Zampedri, al Delegato del Governatore dell’Ospedale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti, Mons. Domenico Laddaga ed al Direttore Generale dell’Ospedale di Tricase, Suor Margherita Bramato, di esplicitare adeguatamente l’insostituibile ruolo svolto da questi ospedali nel Sistema Sanitario Nazionale, nonostante gli insufficienti trasferimenti economici da parte delle Regioni rispetto alle prestazioni garantite, ciò comportando problemi gestionali non indifferenti che, come ha sottolineato Suor Margherita, nell’Ospedale di Tricase si è riusciti almeno per il momento a fronteggiare grazie anche alla abnegazione, alla professionalità ed alla disponibilità di tutto il personale dipendente. Una problematica questa che dovrebbe sollecitare l’impegno e l’interesse di tutti, specie dei rappresentanti politici, ai vari livelli, perché nelle sedi idonee venga definitivamente affrontata.
La visita, avvenuta l’8 dicembre, del Segretario di Stato Vaticano, Cardinale Pietro Parolin, con l’inaugurazione della sala operatoria ibrida, ha testimoniato l’attenzione e l’importanza che la Santa Sede vuole riservare a quelle strutture sanitarie cattoliche che si distinguono e che costituiscono punto di riferimento per i sofferenti, qual è l’Ospedale “Panico”.