di Nunzio Dell'Abate Quando nel 2011, da assessore alle politiche giovanili, proposi l’area esterna adiacente la scuola elementare di Lucugnano per la realizzazione di un impianto sportivo di calcio a cinque, interamente finanziato dal Ministero, pensavo già a come si sarebbe potuto recuperare ed impiegare il fatiscente edificio comunale retrostante, da trent’anni in quello stato.
La scelta era mossa dalle condizioni di profondo degrado e di devianza giovanile in cui versava quello spazio pubblico in contrada Santa Croce.Oggi il campo di calcetto ha certamente riqualificato la zona, oltre ad aver offerto un momento importante di aggregazione giovanile ed una chance occupazionale. Ma, per farla completa, occorre quanto prima metter mano allo stabile comunale che già visivamente deturpa i luoghi. E qui le idee si sprecano.
Un centro polivalente, sportivo e ludico-ricreativo al contempo, per giovani ed anziani, fruibile dall’utenza scolastica. Con attività all’interno, da quelle più tradizionali (es. pingpong, calcio balilla, biliardo, minivolley, giochi di società) a quelle più innovative (es. squash, peteca, hit ball), ed altre all’esterno (es. tiro con l’arco,minigolf o footgolf, pallacanestro, area fitness, parco giochi per i più piccoli e ripristino del campo di bocce per i meno giovani).
Senza tralasciare quelle rivolte ai diversamente abili. Data la vicinanza al centro della frazione, si potrebbe attrezzare uno spazio permanente, dotato di palco e servizi connessi, per le manifestazioni estive.
La gestione della struttura potrebbe essere assegnata, attraverso un apposito bando, a un’ATI di associazioni oppure a qualche tipo di imprenditoria giovanile che si costituisse ad hoc. Naturalmente, per rendere economicamente sostenibile la gestione, andrebbe consentito all’interno l’esercizio di piccole attività commerciali/artigianali/somministrazione alimenti e bevande.
Per la ristrutturazione ed adeguamento dell’immobile, vi sono apposite misure di finanziamento a cui possono attingere anche partnership pubblico/privato.
Alla lunga potrebbe divenire un luogo di socializzazione e di miglioramento della qualità della vita dell’intera comunità, in un’ottica di integrazione e di accrescimento reciproco tra generazioni. Una buona risposta al disagio giovanile, alla disabilità senile e al rispetto delle alterità, veicolando i valori sociali ed educativi dello sport e dello stare insieme.
E, perché no, anche alla disoccupazione dilagante.
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