di Nunzio Dell'Abate Sono stati due anni intensi, quelli spesi tra i banchi del Consiglio Provinciale, che mi hanno certamente arricchito e formato, non fosse altro per il più largo orizzonte territoriale.

L’arrivo e il commiato sono i momenti più carichi di significato e di emozione, che ti portano a vedere il bicchiere mezzo pieno.

Tante problematiche affrontate, tanto approfondimento ed ardore di cui serberò a lungo il ricordo.

Prima fra tutte la decisione del Presidente Gabellone di ipotecare per i prossimi trent’anni il futuro di Palazzo Comi, affidandone la gestione a privati senza alcuna garanzia di tutela del patrimonio librario. Mi sono sempre chiesto come mai Gabellone, nonostante gli strali degli enti preposti alla vigilanza(MIBACT, Soprintendenza, ecc.), l’ostilità di un intero territorio, il recente passaggio in capo alla Regione della funzione in materia di valorizzazione dei beni culturali biblioteche e musei, il deficitario stato economico della provincia, persista nel folle disegno.

E ancoral’aspra battaglia condotta affianco ai lavoratori diAlba Service, azienda che sarebbe morta e sepolta se non avessimo mantenuto alta l’attenzione,a dispetto dei reiterati tentativi di affossarla, e propostola costituzione di una multiutility, con azzeramento di tutte le altre società partecipate della Provincia e con un innovativo piano di rilancio aziendale.

Non abbiamo affattocondiviso il modo di amministrare di Gabellone che ha viaggiato in perfetta solitudine e frapposto un profondo solco con noi della minoranza.Quando invece la nuova fattispecie di Provinciarichiede un Presidente intento a coordinare più che a comandare e un Consiglio compatto ad assistere ed indirizzare i Comuni.

Come non abbiamo condiviso che Gabellone abbia mantenuto staff presidenziale, dirigente esterno e personale in comando proveniente da altri enti con un costo di circa 250.000euro annui, in aggiunta a segretario e direttore generale e a fronte di un ente enormemente ridimensionatoSe è nera, è nera per tutti, abbiamo sempre sostenuto.

Abbiamo invano prospettato un progetto di contenimento dei costi e di razionalizzazione delle risorse, a cominciare dalla concentrazione degli uffici provinciali in un’unica sede e dal conferimento degli incarichi legali aisei avvocatiin organico piuttosto che a professionisti esterni.

Per non parlare dell’immenso e rilevante patrimonio immobiliare lasciato allo sbando e non valorizzato, che tanto potrebbe dare in termini di promozione ed occupazione. Da Parco Torcito a Villa Luisa,dal Velodromo degli Ulivi all’ex Liceo Musicale Tito Schipa per finire all’exColonia Scarciglia, immobile quest’ultimo che, per la sua posizione e per il suo fascino, potrebbe essere un volano di rilancio del turismo sostenibile per tutto il Capo di Leuca. Invece si ritrova a essere un ammasso di lamiere arrugginite incastonato nella punta Meliso.

E poi la questione ambientale con loscenario inqualificabile di strade e rotatorie provinciali. Eppure il Presidente Gabellone ha portato i tributi provincialialla massima percentuale consentita e non ci ha mai spiegatoil reale utilizzo dei circa 6.500.000 di euro incassati dagli autovelox nel solo 2015,denari per legge destinati al miglioramento della viabilità e tutela ambientale.

Altro capitolo dolente gli istituti scolastici, sia in termini infrastrutturali, con cantieri fermi o neppure partiti nonostante i finanziamenti concessi da Regione e Governo di cui si rischia la revoca, che di forniture e servizi, in particolare con lo scandalo ogni anno del riscaldamento.

Non vorrei dimenticare il faro acceso sullagestione della Fondazione ICO, che ha di fatto appiedato la prestigiosa Orchestra Provinciale Tito Schipaa seguito della perdita dei finanziamenti ministeriali e della mancata programmazione, come pure l’attività di sensibilizzazione per mantenere la Corte d’Appello a Lecce, per avere il riconoscimento della via Francigena sino a Leuca e la previsione di un biglietto unico di trasporto.

Ma ciò che mi piace più annoverare è l’istituzione della Stazione Unica Appaltante della Provincia che si occupa della gestione delle gare d’appalto oltre una certa soglia. E sono doppiamente soddisfatto, come Consigliere provinciale, perché mi sono speso in prima persona,strenuamente convinto che essa risponda non solo all’assolvimento di una delle funzioni-per me la più rilevante-demandate all’ente, ma soprattutto alle vitali esigenze di assistenza tecnico-amministrativa delle amministrazioni comunali, sempre più alle prese con la carenza di personale dedicato e costantemente aggiornato nel delicato settore degli appalti. Come Consigliere comunale, per aver convinto il Consiglio di Tricase ad abbandonare altri percorsi di aggregazione intercomunale e ad aderire, come primo Comune, alla Stazione Unica Appaltante.

La consapevolezzadella poco agevole praticabilità del doppio incarico consiliare, aggravata dalla permanenza di un Presidente che sicuramente proseguirà in quel modo accentratore e poco partecipativo di amministrare, l’imminente scadenza del mio mandato amministrativo a Tricase e la constatazione del legittimo desiderio di altri amministratori della mia parte politica di fare questa esperienza mi hanno condotto con tutta serenità a passare la mano.

Auguro ai due neo eletti Consiglieri del Capo di Leuca un fervido in bocca al lupo. Così come auspico, alla luce del recente esito referendario, che venga presto rivisto il metodo di designazione dei rappresentanti in seno alla Provincia.

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