di Gian Paolo ZIPPO
Questa settimana vorrei soffermarmi sulla parola “memoria” di cui riporto il significato etimologico estrapolato da un dizionario della lingua italiana:
memòria s. f. [dal lat. memoria, der. di memor -ŏris «memore»]. – 1. a. In generale, la capacità, comune a molti organismi, di conservare traccia più o meno completa e duratura degli stimoli esterni sperimentati e delle relative risposte. In pratica, con riferimento all’uomo (nel quale tale funzione raggiunge la più elevata organizzazione), il termine indica sia la capacità di ritenere traccia di informazioni relative a eventi, immagini, sensazioni, idee, ecc. di cui si sia avuto esperienza e di rievocarle quando lo stimolo originario sia cessato riconoscendole come stati di coscienza trascorsi, sia i contenuti stessi dell’esperienza in quanto sono rievocati, sia l’insieme dei meccanismi psicologici e neurofisiologici che permettono di registraree successivamente di richiamare informazioni.
Questa mia riflessione nasce in un pomeriggio di mezza estate, quanto all’improvviso è apparso in TV - da Lucia Annunziata - niente di meno che Tremonti.
Tant’è che in un primo momento ho pensato di sognare, ma ahimè era tutto vero e stava accadendo ad Agosto 2022.
Quindi mi sono chiesto: gli italiani sono dotati di “memoria”? O, se ce l’hanno, perché la spengono?
Veramente esperienze come quelle provocate dalla “finanza creativa” di Tremonti & Co e che ci hanno portato sull’orlo del baratro economico-finanziario nel 2011 non hanno lasciato traccia nella “memoria” di ciascuno di noi?
Non è possibile che la “memoria” sia offuscata fino a tal punto da portare gli italiani di credere ancora una volta a promesse (sempre le stesse) irrealizzabili o realizzabili non si sa a quale costo.
O meglio, leggendo alcune analisi economiche facilmente prevedibili, ad un costo elevatissimo, forse ancora peggiore di quello che negli anni successivi al 2011 abbiamo dovuto sopportare e, in alcuni casi, stiamo ancora sopportando.
Ma se gli italiani non hanno “memoria” per questi fatti, tutto sommato relativamente recenti, penso che ancor meno ricordino i periodi della crisi petrolifera, dell’austerity, delle targhe alterne, delle restrizioni energetiche generate da una situazione di crisi internazionale e di guerra (allora nel Medio Oriente, oggi in Ucraina).
Eppure la “memoria” (se attivata) dovrebbe nel continuo rievocare fatti ed esperienze secondo un procedimento auto-apprendente e allo stesso tempo resiliente, per usare un termine in voga ai giorni nostri, in grado di impedire il ripetersi degli errori.
Invece la “memoria” manca e manca anche il valore dell’esperienza, intesa come vissuto che permette a ciascuno di richiamare informazioni e dati utili a prendere decisioni future.
Sempre a “memoria” non ricordo elezioni settembrine, per cui anche questo dovrebbe far riflettere. I tempi, successivi al 25 settembre sono talmente stretti (insediamento del Parlamento, elezione dei Presidenti delle Camere, formazione del nuovo Governo) che difficilmente per il 2023 si riuscirà a fare alcuna riforma strutturale di quelle millantate. Staremo ancora fermi.
Bisognerebbe invece cercare di accelerare sul PNRR e seguire l’Agenda Draghi, diversamente le difficoltà economiche e finanziarie per l’Italia non saranno di poco conto…..a futura “memoria”!