di Alessandro DISTANTE
La notizia della settimana? Il caldo! Il fuoco! A Tricase –come dappertutto- vasti incendi nelle campagne. Colpa solo delle temperature così alte? Colpa solo di qualcuno che, per distrazione o per volontà, abbandona cicche non spente? o di chi malgoverna i fuochi accesi per “pulire”?
Se così fosse, il problema si potrebbe anche risolvere. Ed invece, gli incendi nascondono cause che affondano le loro radici nel tempo, con un’agricoltura che, via via, si è spenta, colpita da ultimo dalla xylella che ha privato gli agricoltori di ogni ragione di coltivare, pulire e così evitare il propagarsi degli incendi.
Per assurdo, è sembrato talvolta più conveniente appiccare il fuoco e bruciare tutto, un po’ per non spendere soldi e un po’ per disperazione o delusione.
Gli ulivi del Salento, quelli che erano attrazione turistica, stanno lasciando il posto a piante di ulivo piccole e senza speranza di diventare maestose come quelle che le hanno precedute.
Abbiamo perso una bellezza per colpa della xylella, ma anche per colpa di chi ha preferito vedere complotti e diavolerie, piuttosto che intervenire per frenare l’avanzata del contagio.
Un’estate bollente. Colpa delle temperature che, in media, sono salite di qualche grado. Anche in questo caso: semplici fenomeni naturali oppure conseguenze di una pazza corsa verso una crescita che non ha tenuto conto dei prezzi da pagare?
E poi: i buoni propositi, le manifestazioni, le Grete di tutto il mondo, gli obiettivi da raggiungere? Tutto messo a tacere dalla guerra: perché la salvaguardia del pianeta è importante ma l’economia lo è ancora di più!
E perciò: ritorno al carbone e CO2 da eliminare? Sì, ma in seguito.
Finanche la domanda secca di Draghi se vogliamo la pace o il condizionatore acceso non ha provocato coraggiose scelte ma, piuttosto, qualche stupida battuta.
Insomma: il pianeta sarà pure da salvare, ma su questo pianeta io ora ci vivo e voglio vivere senza il caldo torrido. E poi? E poi, che mi frega: saranno problemi degli altri!