Tricase,31 marzo 2020

di Dario Martina

Dispiace rispondere ad una lettera dai toni caldi in un periodo emergenziale in cui è chiesto unità e visione  di intenti e nel  quale la   Politica, con i  suoi   rappresentanti,   dovrebbe dare  esempio di coesione e servizio.

Ma  devo farlo! Lo  devo per il ruolo  istituzionale che  ricopro  rispondendo, alla   lunga   nota   del Consigliere Chiuri, per quei punti nei quali l’Ufficio di Presidenza (o la mia persona?!?) è chiamato direttamente in causa. Il 12 marzo si sarebbe dovuto tenere un Consiglio Comunale con 14 punti all’ordine del giorno. Argomenti che, pur non avendo scadenze perentorie, annoveravano 8 punti già rinviati, su proposta della maggioranza, nel corso di precedenti Consigli.

Una data, quella del 12, scelta con i Presidenti di Gruppo nella Conferenza del 5 marzo, quella in cui la consigliera Sodero aveva anticipato la sua assenza, in questo come negli altri consigli che da lì sarebbero seguiti, fino a quando il Sindaco non avrebbe sciolto la sua riserva sulla candidatura alle regionali.

Una conferenza tenuta   all’indomani del DPCM del 04   marzo e che,   proprio   in ottemperanza a questo, avrebbe visto un Consiglio allestito nella Sala del Trono (ambiente idoneo a garantire   le   dovute   distanze   tra  i   consiglieri),   oltre   all’adozione di   ulteriori  misure, e con la cittadinanza invitata a seguirlo tramite il canale mediatico.

Un po’ quello che, proprio in quella settimana, è stato fatto dai miei colleghi; un po’ quello che è stato fatto in tanti Comuni, anche limitrofi al nostro, dove spazi idonei hanno potuto consentire il rispetto della normativa e dunque l’esercizio consiliare.

Il 10 marzo, il giorno seguente all’ulteriore e più restringente DPCM, con un messaggio (non dunque una nota ufficiale, ma considerato il seguirsi degli eventi non era certo il momento delle formalità), proprio il consigliere Chiuri preannunciava l’assenza della maggioranza nel Consiglio già programmato, e  “ammoniva”  che qualora l’Ufficio di Presidenza   avesse mantenuta valida la convocazione la Maggioranza sarebbe uscita con un comunicato stampa per spiegare le ragioni di tale mancanza (ragioni poi espresse nella lettera/comunicato dello stesso).

Non è stato certamente questo velato avvertimento che può avermi intimorito nelle mie scelte.

Il mio unico interesse, da Presidente dell’Assise, era dare alla cittadinanza l’idea di un Consiglio coeso, come poi dimostrato nella scelta adottata. Pertanto non la necessita di “sostenere in maniera miope la possibilità di tenere il Consiglio ad ogni costo” ma il dovere di sentire tutte le forze di opposizione,   nessuna   esclusa,   perché   si   arrivasse   ad   un’idea   condivisa,   senza   che   nessuno   dei membri vedesse violato propri diritti.

E’ questo nel corso del mio mandato lo spirito con il quale ho cercato di condurre i lavori consiliari: quello della condivisione anche nell’astio dell’agone politico; quello del rispetto della persona e del ruolo che essa rappresenta. Lo stesso spirito che, attraverso un lavoro di ascolto e mediazione, più volte ho richiesto, alle diverse forze, andando sempre incontro alle esigenze, quando motivate, dei Gruppi consiliari.

Un Consiglio che dunque poteva tenersi; le disposizioni che regolamenteranno le sedute di Giunta e Consiglio   verranno   dopo,   solo   il   17/03.  

Non  era  questo,   soprattutto,   il   Consiglio   che   doveva presentarsi con banchi vuoti o semideserti, nessuno di noi lo avrebbe voluto o permesso. Poteva, però,   essere   il   Consiglio   delle comunicazioni,   delle   dichiarazioni,   delle   raccomandazioni,   delle rassicurazioni   del   Primo   Cittadino   alla   propria   cittadinanza,   e   credo   (spero)   della apertura/disponibilità alla cooperazione di tutte le forze politiche.

Sarebbe stato, forse, questo un segnale di vicinanza e incoraggiamento alla città, come già accaduto per un’altra emergenza: quella del tornado. A poco in queste occasioni interessano i numeri di tenuta della maggioranza; non era dunque questo il Consiglio che doveva pesare le forze schierate in campo.

Alla politica dei numeri sulla tenuta, personalmente, prediligo e antepongo quella dell’interesse della comunità. Non entro in altre polemiche sollevate dalla lettera del consigliere Chiuri perché credo che, nel pieno emergenziale, l’interesse debba essere rivolto alle esigenze dei nostri cittadini, alle fasce più deboli ed esposte all’emergenza sanitaria e sociale.

Per questo faccio un appello a tutti i Gruppi consiliari, perché questo non può e non deve essere il momento delle divisioni o delle distanze politiche.

Oggi, in questa lotta emergenziale ognuno di noi, con ruoli e parti diverse, è chiamato a dare il suo contributo. Con unità!

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