A proposito della sanificazione delle strade a Tricase
di Alessandro Distante
Sono d’accordo con chi invita all’unità e richiama all’orgoglio di essere italiani.
Non mi sembra tuttavia possibile organizzare appuntamenti sui balconi per cantare tutti insieme Azzurro mentre i militari portano le bare nei cimiteri lontano da casa dei congiunti.
L’unità e il patriottismo non possono far finta di niente e, soprattutto, non è ammissibile che si lascino da soli quelli che più soffrono, come sono le famiglie che perdono un loro caro e che certamente non hanno voce per cantare Azzurro.
Siamo italiani, ma siamo seri! Sono d’accordo con l’adozione di misure severe per prevenire il diffondersi del coronavirus e non invidio chi, in prima fila, è chiamato a prendere decisioni impopolari.
Massimo sostegno innanzitutto ai sindaci, impegnati a far rispettare le misure governative e ad assumersi grosse responsabilità. Non mi sembra tuttavia che si possa tacciare di sciacallaggio chi, facendosi portavoce di cittadini (pochi o molti non ha importanza) contesta alcune misure o le modalità di attuazione delle stesse
E’ accaduto a Tricase per la sanificazione delle strade cittadine; una iniziativa annunciata a gran voce dal Sindaco e dalla consigliera Sodero con tanto di manifesti e dovizia di particolari, salvo poi scoprire che la sanificazione è stata fatta parzialmente e in modo inadeguato e che, addirittura, era meglio non farla, come ha chiarito, paradossalmente, la stessa Sodero.
Ancor meno accettabile è rifiutare il confronto e attaccare le persone piuttosto che confrontarsi sul merito delle questioni.
In questo periodo emergenziale, i cittadini sono disposti a rinunciare a tante libertà e a tante consuetudini, ma non è ammissibile che rinuncino anche alla libertà di pensare, di esprimere un’opinione, e, se del caso, anche di muovere obiezioni.
E’ dovere di chi ricopre cariche pubbliche dare spiegazioni. Altrimenti, quale unità si intende perseguire? Oppure si pensa che l’unità si raggiunge cantando Azzurro o l’Inno nazionale? Siamo italiani, ma siamo seri!