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La prima seduta del Consiglio Comunale dopo la fine della crisi non è apparsa la seduta della svolta.

Molti i distinguo nella maggioranza che, dopo aver perso il Consigliere Presidente Martina passato all’opposizione, registra la presa di distanze da parte del Consigliere Peluso e l’altrettanto raffreddamento della Consigliera Esposito, vice presidente della Provincia.

Decideranno di volta in volta come votare facendo prevalere la loro coscienza sugli obblighi di appartenenza e sulle posizioni assunte in campagna elettorale.

Tutto ciò non può tranquillizzare chi vuole che l’azione politico- amministrativa dell’attuale Giunta vada avanti e lo stesso Sindaco –con onestà- ha riconosciuto in Consiglio che se la crisi amministrativa è superata non è certo superata quella politica.

Più in generale, si è avuta l’impressione che il Consiglio Comunale abbia perso l’occasione per un dibattito comprensibile soprattutto ai cittadini.

La questione non è di poco conto: l’assenza, per molti dei gruppi consiliari, di partiti organizzati e le rare occasioni di dibattito pubblico, dovrebbero dare rilevanza ai Consigli comunali; perché ciò avvenga è necessario che si riscopra il gusto dell’ascolto e la forza del ragionamento, non rinunciando a spiegare ai Consiglieri e quindi alla Città le ragioni di un progetto amministrativo; lascia insoddisfatti sapere che si andrà avanti fino a quando l’Esecutivo verrà lasciato governare.

Il pericolo è che cresca l’idea che si possa prescindere dal progettare e dal comunicare e, addirittura, che i Consigli comunali appaiano inutili e, talvolta, gli sguardi dei Consiglieri tradiscono questa sensazione.

Il punto è che non esistono scorciatoie: o si riscopre il gusto di proporre progetti ambiziosi e di comprendere le ragioni dell’altro oppure anche il Consiglio Comunale, uno spazio di possibile comunicazione degli eletti con gli elettori, finirà per perdere senso e con esso l’intero sistema di rappresentanza democratica. A.D.

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