di Dario Martina

Presidente Consiglio Comunale Tricase

 

Egregio Direttore,

leggo da sempre e con particolare attenzione il suo, o meglio, il nostro settimanale cittadino. Colgo l’occasione per esprimere a Lei, come ad ogni suo collaboratore, i miei complimenti per l’operato. Rispondo alla sua lettera aperta, indirizzata al sottoscritto nelle sue funzioni di Presidente del Consiglio Comunale, pubblicata sulla scorso numero de “il Volantino”, nella quale poneva alcune domande/valutazioni sulla modalità e sui tempi dei lavori consiliari.

Non credo che le proposte da Lei avanzate, e che mirano ad una riduzione della durata degli interventi dei colleghi Consiglieri, possano essere lette come un “attentato alla libera espressione e alla democrazia”, soprattutto se dette con cognizione di causa e con toni e modi pacati. La sua analisi non può, però, trovarmi in piena sintonia.

Tengo a precisare che i tempi di intervento sono triplicati, come recita il nostro Regolamento, alle discussioni relative allo Statuto, al Bilancio e al Rendiconto esclusivamente ai capo gruppi, e non dunque ad ogni singolo consigliere come da Lei riportato.

Ed è proprio tenendo conto di dette disposizioni regolamentari che ho convocato la seduta del 9 maggio inserendo come punti in discussione esclusivamente l’approvazione del bilancio e gli argomenti ad esso strettamente correlati.

Ed è sempre in riferimento ai tempi che il Regolamento non ammette, nelle adunanze in cui sono iscritti gli argomenti su citati, la trattazione di interrogazioni. In democrazia tutto, nelle

appropriate aule, può essere discusso e modificato. Ne è prova il fatto che, attraverso l’Ufficio di Presidenza, ho richiesto una convocazione dell’apposita Commissione per la discussione e l’analisi di alcuni articoli regolamentari che lasciano dubbi interpretativi nella loro lettura.

Ma mai, caro Direttore, sarà da me presentata alla stessa una modifica sui tempi di discussione. Questo perché il

Presidente, il garante, poggia ed esercita il suo ruolo nel rispetto doveroso dei diritti di tutti i componenti dell’Assise. Pertanto, una riduzione dei tempi di intervento, in particolare nella discussione del Bilancio o del Rendiconto, che sono i momenti cardine della valutazione politico- amministrativa della città, potrà pur essere oggetto di trattazione, ma dovrà trovare la massima

condivisione nella due forze antagoniste. Una modifica del Regolamento o dello Statuto approvata con i soli voti della maggioranza potrebbe, quello sì, essere visto come un attacco e/o come un bavaglio forzato alle voci della minoranza. Non credo, ancora, che sia solo la durata delle sedute consiliari ad impedire ai cittadini di avvicinarsi e interessarsi alla vita politica (visto che il nostro

streaming è seguito da un numero discreto di utenti). La partecipazione si deve creare con l’entusiasmo, sforzandosi di ricercare la costruzione di un percorso che avvicini ogni singolo cittadino all’interesse per la cosa pubblica, ripartendo da quei luoghi che la personalizzazione della politica ha chiuso.

In riferimento a quella che ha definito una “scivolata” del Sindaco non posso certamente rispondere per lui, anche se lei ha già nella “stanchezza e nell’irritazione per alcuni interventi” probabilmente ritrovato una o la causa.

Ma se è vero che “faber est suae quisque fortunae”, e che ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni e del proprio operato, questo vale anche e soprattutto per me in virtù del ruolo ricoperto. Sono io il responsabile primo della condotta del lavori consiliari e dell’immagine di essa, e di questo devo rispondere.

Pertanto, la responsabilità di una “caduta di stile” è anche mia.

in Distribuzione