La mia colonna di Alfredo De Giuseppe

Siamo quasi alla fine del 2018. L’Amministrazione guidata da Carlo Chiuri governa Tricase da circa un anno e mezzo e merita di avere un giudizio, i voti di un esame di medio termine. Innanzitutto vanno fatte tre osservazioni preliminari:

1) questa amministrazione è figlia dei tempi, non appartiene a nessun partito, a nessuna ideologia;

2) i consiglieri che la compongono, per lo più giovani, sono delle brave persone e non paiono mossi da particolari interessi di parte;

3) governare una cittadina complicata come Tricase non è facile per nessuno (chi lo dice non sa cosa significhi una macchina burocratica sottodimensionata, la gestione delle frazioni, l’eredità di tante strutture fatiscenti e l’insussistenza delle risorse economiche).  

L’Amministrazione Chiuri in questo lasso di tempo ha dimostrato una buona propensione nella gestione delle emergenze, delle disgrazie e dei disastri ambientali. Le conseguenze del tornado del 25 novembre sono state mitigate anche dalla prontezza dell’intervento dei soccorsi, coordinati dal Sindaco, richiamando in tempo reale aziende private, maestranze varie e tutti gli enti preposti. Così aveva fatto anche di fronte ad altri eventi, seppur di minore intensità. E fin qui va bene: nelle emergenze Chiuri ha dato il meglio del suo decisionismo.

Le note dolenti iniziano nella gestione complessiva del territorio e soprattutto sulle indicazioni per il futuro che questa Amministrazione vuole dare alla propria attività. Il Piano Regolatore, iniziato con la precedente giunta Coppola e affidato allo Studio Benevolo di Napoli, è vissuto come un effimero strumento tecnico.

Non ho sentito nessun intervento pubblico su cosa si vorrebbe davvero dall’adozione di tale strumento urbanistico. Più case, più strade, più strutture ricettive, più barche, più verdura o più carne? Niente, silenzio assoluto: il tutto è demandato ad astrusi incontri “partecipativi” dove si parla sempre della bellezza della partecipazione (circa 10 persone).

Traspare evidente che Chiuri e Co. non hanno in materia alcuna idea da comunicare e questo è molto preoccupante.

Sulla questione della nuova 275 è stato detto molto: il Sindaco è caduto lentamente nella trappola di dover scegliere fra una soluzione folle ad EST ed una devastante ad OVEST, quando è evidente che l’arrivo alla zona industriale di Tricase è più che sufficiente per lo scarso traffico del sud Salento.

In definitiva Carlo Chiuri non aveva alcuna seria informazione prima che salisse le scale di Palazzo Gallone, non aveva nessuna linea programmatica e certamente non ne avevano i ragazzi eletti nelle sue liste. E questo è grave in considerazione del fatto che se ne parla da oltre vent’anni: si può pensare di fare l’amministratore di una città senza sapere nulla del progetto più importante che la riguarda?

In campagna elettorale Chiuri aveva inoltre promesso un serio interessamento per lo sviluppo della zona industriale che langue in un torpore lunare. Consumo di suolo assurdo per poche decine di lavoratori continuativi.

Le ultime, inutili rotatorie sono la peggiore fotografia che il Sud può dare di sé stesso: spreco di denaro e zero investimenti produttivi. Il Comune non fa investimenti ma può creare le giuste condizioni per iniziare qualcosa, per far avvicinare qualche attività innovativa. Anche una sola cosa è meglio dello zero assoluto.

Sulla gestione dei beni comunali, siamo alla stagnazione, partendo dall’Acait crollata ai campi sportivi inagibili per finire alle strade, alle scuole fino allo stesso Palazzo Gallone e Convento dei Domenicani.

Ci sono poche tracce dell’attività di questa Amministrazione sul piano traffico, sull’eventuale isola pedonale (sempre annunciata e ritirata), sul dialogo con gli altri Comuni limitrofi intorno ad una serie di questioni che pure potrebbero diventare in futuro strategiche, come raccolta dei rifiuti, depuratori, piste ciclabili e trasporti. Così come poco interessante è stata la gestione degli eventi culturali, di cui è difficile ricordare un qualcosa che possa avere un seguito, uno sguardo più largo verso operazioni di richiamo almeno provinciale, fosse anche la sagra del fungo cardoncello fritto con l’aceto balsamico. Ci rimane il Presepe vivente e Scherzi a parte, una trasmissione che pare sia intervenuta nel circo natalizio tricasino.

In ogni caso, a parte gli scherzi, il Sindaco, la giunta e i suoi consiglieri meritano complessivamente un bel cinque. Si può ancora riparare: però bisogna approfondire, studiare, decidere. E un po’ di coraggio non guasta mai, specie quando la situazione è quasi disperata.

                                                                                        

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