E' un evento Libreria Marescritto e il Volantino

Mercoledì, 28 novembre. Ore 20.15 Sala del Trono di Palazzo Gallone

CHI E’ CARLO CALENDA

Carlo Calenda è stato viceministro dello Sviluppo economico con delega al commercio internazionale. Rappresentante permanete dell’Italia presso l’Unione europea e dal marzo 2016 Ministro dello Sviluppo economico, prima con il governo Renzi e poi con il governo Gentiloni. Ha presieduto il consiglio di commercio dell’UE, di cui è stato membro per cinque anni, durante il semestre di presidenza italiana, e i G7 Energia e Innovazione.

Prima di entrare in politica è stato manager alla Ferrari, a Sky e direttore degli Affari internazionali in Confindustria E’ stato uno dei fondatori di Scelta Civica nel 2013. Orizzonti selvaggi è il suo primo libro.

Dal libro ORIZZONTI SELVAGGI capire la paura e ritrovare il coraggio,

di Carlo Calenda, Edizioni Feltrinelli

“Per quindici anni ho lavorato in grandi aziende internazionali, il Made in Italy è stata la mia bandiera. La globalizzazione e l’innovazione il campo da gioco dove l’Italia, grazie alle sue eccellenze, avrebbe senz’altro vinto. Giocare in attacco, mai in difesa. Conquistare mercati, consumatori, turisti: questa era l’unica strategia percorribile per l’Italia e per l’Occidente.

Poi l’incontro con le crisi aziendali mi ha cambiato, così come i cinque anni passati dentro il consiglio del commercio con l’Ue. Un corso accelerato in “dogmi e contraddizioni della globalizzazione”. Sono ancora convinto che abbiamo molte carte da giocare nella competizione internazionale, soprattutto grazie straordinari imprenditori che ogni anno partono alla conquista di mercati lontani che a prima vista sembrerebbero inaccessibili, e a professionisti che primeggiano in tutte le classifiche internazionali. Conservo tante bellissime immagini dell’Italia che vince. Ma non c’è solo quella. E soprattutto nessun paese può pensare di diventare nella sua interezza un’eccellenza. Questo non è un modello di sviluppo, è un’utopia, e anche piuttosto spaventosa.

Molte certezze che hanno accompagnato le ultime generazioni di progressisti si sono sgretolate. Viviamo in un’epoca in cui il futuro è diventato il luogo della paura piuttosto che della speranza. E da qui forse occorre ripartire: ridare diritto di cittadinanza alle nostre paure, per ritrovare il coraggio e affrontare un mondo più duro e difficile. Siamo in un momento di trasformazione rapido e violento il cui punto d’approdo e, nella migliore delle ipotesi, sconosciuto”.

“Negli ultimi trent’anni le classi dirigenti di destra e di sinistra si sono arrese davanti alle velocità del cambiamento. Ebbri o spiazzati per la sconfitta del comunismo, a seconda della provenienza ideologica, hanno perso il senso del loro compito. E il paradosso è che la politica è diventata più ideologica proprio quando sembravano morte le ideologie, perché ha assunto dalla teoria economica un pensiero diventato rapidamente dogma.

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