di Cesare Lia
Sabato 10 novembre, alla presenza di Mons. Vito Angiuli, sarà riaperta al culto, ristrutturata, la Cripta della Madonna del Gonfalone di S. Eufemia.
Un sito rimasto per secoli abbandonato, da quando i monaci basiliani abbandonarono questa terra, e divenuto, per anni, discarica e deturpazione. Solo i cittadini di S.Eufemia hanno conservato nel tempo la venerazione e la frequenza. Anticamente, però, era una meta di culto e, nella ricorrenza della festività della Madonna, di una consistente fiera e mercato.
Nel tempo, considerato che S, Eufemia era una parrocchia appartenente all’Archidiocesi di Otranto ed anzi era Baronato di quell’ Arcivescovo, era stato notevolmente ridotto il culto tanto da trascurarne anche la manutenzione. Nei secoli passati, considerata la scarsa presenza dei cittadini, qualche prelato aveva provveduto, tanto per tenere pulito l’ambiente, di pitturare a calce le pareti interne della Cripta, coprendo gli affreschi esistenti ma lasciando incustodito il sito tanto da essere spogliato di quei pochi oggetti che si potevano asportare, tra cui un’acquasantiera e un affresco importante raffigurante la Vergine Maria.
Fu il Maestro Vincenzo Ciardo che, negli anni 1950, si impegnò, usando una tecnica particolare, a riportare alla luce alcuni affreschi che a noi erano sconosciuti. Il suo impegno artistico, la sua lontananza dalla nostra terra e, poi, la sua morte, non hanno consentito di terminare l’opera e di godere la bellezza. La storia e l’importanza della struttura.
Negli anni 1970, avendo spostato la mia resistenza da Specchia a Tricase, approfittando del mio stato di Ispettore onorario della Sovrintendenza ai Monumenti, ripresi il discorso del recupero della Cripta, spinto anche dalle ruberie precedentemente verificatesi. Proposi alla Sovrintendenza di Taranto un intervento in merito ma, com’era in quei tempi, ebbi un netto rifiuto perché si riteneva inutile recuperare monumenti secondari quando l’Italia era piena di castelli ed insediamenti ritenuti più importanti.
Allora, unitamente al Prof. Vincenzo Cazzato e con l’intervento di molti cittadini volenterosi di S. Eufemia, che misero del loro in lavori ed opere, riuscimmo a ripristinare la fiera ed il mercato del 22 agosto, rimettendo in condizioni igieniche e strutturali la Cripta ed il suo contenuto.
Le operazioni più importanti che realizzammo furono quelle dello svuotamento del locale adiacente la cripta, l’apertura e sistemazione dei lucernai, il posizionamento dei cancelli in ferro per evitare altri furti e la permuta, tra il Comune di Tricase e il Sig. Ingletto, di un terreno sovrastante la cripta con altro fronteggiante la strada provinciale Tricase-SS. 275, relitto della stessa, per proteggere il tetto della Cripta sottostante.
Alvaro Cavalieri, poi, regalò la campana della quale la Cripta nel tempo era stata spogliata!
Il resto e la piena efficienza del monumento è dovuta a don Michele ed a Mons. Vito Angiuli artefici dell’importante recupero odierno. A loro il grazie di aver restituito ai cittadini la reliquia di un passato importante ed intorno al quale saranno accaduti avvenimenti a noi sconosciuti come, forse, era sconosciuto quello che oggi vi propongo !