di Maria Assunta Panico

Consigliere comunale

La storia urbanistica di Tricase ricalca quella di molti comuni salentini, ma ha delle peculiarità che permangono ancora oggi. Tricase, come ben sappiamo, non ha un solo nucleo abitato ma è una costellazione di centri antichi: il centro, i quartieri e le frazioni, tutti con una storia secolare, dotati di palazzi e castelli con un nucleo storico intorno; a questi si aggiungono le due marine Tricase Porto e Marina Serra.

Questi nuclei, come emerge dalla ortofoto del 1947, subito dopo la guerra, erano completamente staccati l’uno dall’altro, mantenendo l’assetto che avevano avuto per secoli. Dagli anni ’50 ai ’60 lo scenario comincia a cambiare velocemente; la grande emigrazione porta un ritorno economico; contemporaneamente Tricase diviene luogo privilegiato per la lavorazione del tabacco intorno alla quale, per molti anni, ha ruotato la nostra economia.

In questi anni si realizzano le prime grandi lottizzazioni, che, senza un ordine urbanistico, avvengono per frazionamento dei terreni limitrofi ai centri abitati da parte delle famiglie di grandi proprietari terrieri. Nel 1960 si conferisce incarico all’Ing. Marcello Fabbri per la redazione del Piano Regolatore Generale ed il 20 maggio 1961 il Piano viene adottato.

Nella Relazione Tecnica del Piano scritta dall’Ing. Fabbri si legge: “……la presenza di quattro nuclei abitati esistenti, e la configurazione altimetrica del terreno, ha permesso di riorganizzare il comprensorio urbano in una serie di nuclei che si è cercato di mantenere, per quanto possibile, ben individuati anche se collegati e coordinati tra loro nel complesso delle funzioni urbane.

Ciò allo scopo di evitare la formazione di monotone zone edilizie, solcate da interminabili reticolati di strade ad angolo retto, come avviene nelle attuali espansioni, dove le lottizzazioni sono ispirate soltanto dal criterio del massimo sfruttamento del suolo da parte dei proprietari, senza alcun riguardo per l’interesse pubblico, per il decoro urbano e per il benessere dei futuri abitanti…..”. Erano gli anni del boom economico; porre dei vincoli ai terreni adiacenti al tessuto urbano scontentava molti potentati ed il Piano non ha avuto mai un seguito.

Nel frattempo continuavano le lottizzazioni e si realizzava l’albergo “Li Sauli”, l’ecomostro sulla scogliera di Tricase Porto. Nei cinque anni successivi all’adozione del Piano Fabbri vengono presentate ed approvate settanta lottizzazioni, senza criterio, senza prescrizioni, per complessivi 2000 lotti edificabili, un totale di 800.000 metri quadrati, così condizionando fortemente lo sviluppo urbanistico odierno. Nel 1967 si realizza, per volere del Cardinale Panico, l’ospedale che segnerà il destino del paese. L’ospedale è il vero salto di qualità sotto l’aspetto sociale, economico e sanitario del Territorio, ma, incastonato nel centro urbano, non ha possibilità di espandersi, creare servizi e parcheggi ed è, questo, un nodo centrale dell’attuale pianificazione urbanistica.

Negli anni sessanta vengono, anche, realizzate molte scuole superiori, Agrario, Industriale, Magistrale, Professionale e Scientifico, che attraggono, ancora oggi, molti studenti dai paesi limitrofi. Le scuole e l’ospedale innescano un fenomeno di pendolarismo dai centri vicini a cui non corrisponde una adeguata proposta di mobilità pubblica e parcheggi di scambio, anche questo è un altro dei punti da affrontare nella pianificazione in itinere. Nel 1967 venne conferito incarico all’Ing. Sarno per la redazione di un Piano di Fabbricazione. Il Piano viene approvato nel 1975, sovradimensionato, con una previsione di 30.000 abitanti ed è ancora oggi lo Strumento Urbanistico Vigente.

Agli inizi degli anni ’80 venne conferito incarico per la stesura del Piano Regolatore Generale sempre all’Ing. Sarno, ma il Piano non venne mai adottato. Da allora ci sono stati altri tentativi per la redazione di un Piano Urbanistico Generale ma vari eventi e vicende, anche giudiziarie, ne hanno impedito la formazione. Nell’attesa della definizione di queste circostanze, l’Amministrazione “Coppola”, di cui ero parte con il ruolo di Assessore all’Urbanistica ed Assetto del Territorio, ha affrontato altre questioni urbanisticamente molto importanti, giungendo all’approvazione del Piano Comunale delle Coste ed avviando l’iter di redazione del Piano Regolatore del Porto. A giugno 2016 è stato affidato, a seguito di gara, incarico per la Redazione del Piano Urbanistico Generale allo studio “Benevolo”.

Successivamente è stato approvato l’Atto di Indirizzo, il Rapporto Preliminare di Orientamento e si è svolta, nei mesi di novembre e dicembre 2016, una coinvolgente fase di partecipazione con l’organizzazione di incontri tematici in diversi luoghi del territorio che hanno visto la partecipazione di presidenti di associazioni, rappresentanti di categorie di settore, alcuni imprenditori, diversi tecnici (ingegneri, architetti, geometri, paesaggisti), studenti, e cittadini singoli non inclusi nelle categorie suddette.

Gli incontri si sono svolti attraverso laboratori condotti dalla psicologa di comunità e dall’architetto urbanista, così acquisendo informazioni e percezioni utili ai tecnici ed ai Responsabili del Piano per integrare il punto di vista dei cittadini negli indirizzi di pianificazione. E’ stata avviata, quindi, la procedura di Valutazione Ambientale Strategica ed abbiamo approvato il Documento Programmatico Preliminare. Documento che, prima dell’approvazione, abbiamo esposto e discusso nella prima conferenza di copianificazione con gli Enti preposti.

La successione di eventi che ho descritto in premessa non è esaustiva per delineare la storia urbanistica di Tricase, ma è sufficiente a comprendere i problemi che la nuova pianificazione deve affrontare. Una realtà territoriale disgregata che ha bisogno di una visione unitaria, il susseguirsi di sovrapposizioni ed addizioni finalizzate solo alla rendita fondiaria ha portato alla mancanza di una struttura viaria razionale ed una carenza di spazi verdi e parcheggi all’interno della città edificata. Rigenerazione dei nuclei storici, tutela ambientale del territorio, sviluppo sostenibile delle marine. Il Piano vigente non è adeguato al governo di un territorio così complesso, un nuovo Piano è urgente ed imprescindibile.

Tuttavia, da un pò di tempo a questa parte il processo di formazione del PUG sembra essere retrocesso nel dimenticatoio generale, nonostante i nuovi elaborati grafici presentati dai progettisti siano, da mesi, nella disponibilità dell’attuale Amministrazione. E’ calato un silenzio opprimente sui temi della pianificazione comunale, potrebbero e dovrebbero essere coinvolti i cittadini nella nuova fase di redazione del piano strutturale e programmatico, ricominciare la fase di partecipazione e condivisione.

Il Piano Urbanistico dovrebbe rappresentare una vera priorità nel governo del territorio e non essere solo un tema della campagna elettorale. Ci auguriamo, per il bene di Tricase, che la compagine di governo prenda coscienza dell’importanza della pianificazione territoriale nello sviluppo sociale ed economico della città e si attivi per dare nuovo impulso alla formazione del PUG.

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