di Davide Indino

“Ce lo facciamo un giro sui seggiolini?”

“Ma mamma, sai che io c’ho paura”

“Ma ci sta mamma con te”

Nel Sabato della festa, nessuno si ricorda della paura.

I cantanti fanno il loro mestiere, i motivi delle parazioni si perdono negli occhi scuri dei passeggini e i giovani - spavaldi - si presentano alle giostre. E alle musiche che fanno da discoteca.

Conosco troppo bene le giostre, la festa, le aspettative - poco ambiziose - di chi vi partecipa e la musica e le luci - sempre quelle - di chi ha immolato la propria vita a far ridere la gente.

Me ne stavo col gruppo di ragazzi che conoscevo, senza far troppo caso alle urla dei bimbi o alle campane che trillavano per un nuovo giro imminente. Forse il mio piede batteva al tempo della musica, ma -spesso - era una gara acustica fra le giostre vicine e l’orecchio disattento non sapeva quale tempo seguire.

S’erano fermati su di loro - sul bimbo e sulla madre - gli occhi miei; i loro gesti intrappolavano le mie palpebre.

Qualche brivido di solletico spronava il bimbo a salire sui seggiolini e a seguire la madre frenetica e piena di vigore.

Furono proprio quei capelli biondi e corti e quegli occhi vispi - tanto cari - a convincerlo di lanciarsi nel vuoto con lei. E a prendere il pennacchio. Quello della cassa, - della musica, delle luci, dei rimborsi, della pubblicità e del pennacchio, catturati i soldi, diede due biglietti.

Normale e ridotto. Attenti alle cinture di sicurezza. Tra poco si parte. Due baci a quel bimbo e altri brividi di solletico lo attraversarono fino all’inizio del giro. Planavano bassi - al partire - e il bimbo non faceva in tempo a chiedersi cosa stesse facendo con sua madre, che quella lo accarezzava con la mano scura.

Lo teneva da dietro, pronta a lanciarlo per quel maledetto pennacchio che sarebbe stato il loro premio.

Poi - sapete - volarono. In senso antiorario. Quando sparivano dietro la colonna di luci e di tiranti, i miei occhi li cercavano insoddisfatti e nostalgici.

Al solo viso ridente dei due, mi rasserenavo.

Qualcuno parlava al microfono, ma chi lo sentiva!

Erano le loro risa, la musica più bella.

Un lancio errato.

Un altro ancora.

La mamma lo riacciuffava subito. Non lo perdeva mica.

E in quel volo, cui volgeva il mio sguardo, si fondevano tra loro.

E sposavano il blu.

Ed erano figli entrambi delle stelle.

E le stelle li sorridevano.

in Distribuzione