di Nunzio Dell'Abate “Turismo sanitario” è quella filiera che, sorta spontaneamente per ragioni di cura ed assistenza medica, ha nel tempo caratterizzato alcune città, sedi di importanti poli ospedalieri o di frequentate cliniche e centri specialistici.
Città che hanno saputo cogliere l’occasione del flusso sanitario per costruire un modello di comunità che desse adeguata accoglienza al particolare tipo di visitatore ma anche un ritorno in termini di economia,promozione del territorio ed occupazione.
Ne è esempio Pisa, dove intorno ai centri per la diagnosi e cura della tiroide e patologie connesse si è sviluppato un vivace indotto economico-turistico.
Ora perché non avvalersi della presenza del sempre più eccellente Ospedale Card. G.Panico, che riversa quotidianamente in paese un flusso considerevole di utenti tra personale medico paramedico pazienti e loro familiari, perripensare e progettare un’idea di città turistica e di accoglienza nel contempo?
Si tratta di un target eterogeneo di visitatori, per età estrazione sociale e provenienza, che non conosce stagione e periodo di permanenza.Il più delle volte smarrito e confuso, perché preso dal proprio o altrui stato di salute o per non aver avuto tempo e testa per programmare, come solitamente accade per i viaggi di piacere.
Da qui la necessità di servizi dedicati, dalla viabilità alla segnaletica, dalle aree a parcheggio e sosta per ogni genere di veicolo ai collegamenti da e per aereoporto e ferrovia, dai mezzi di trasporto interni al noleggio auto, moto e bici.
Un idoneo front office di informazione e prenotazione, magari nello spiazzale retrostante l’istituto scolastico D.Alighieri o anche utilizzando parte dell’esterno dell’edificio.
Ma soprattutto andrebbero incentivate, attraverso agevolazioni fiscali, tributarie ed edilizie, la ricettività diffusa, la ristorazione, i luoghi di intrattenimento e svago, anche per bambini ed anziani, le visite guidate alla scoperta della città, frazioni e marine comprese,ristudiatele infrastrutture e gli spazi esterni in tutta l’area circostante il presidio ospedaliero.
L’obiettivo dovrebbe essere quello di una offerta di ospitalità integrata che faccia trasparire l’occhio di riguardo verso questo tipo di turista “debole”.
Un buon benvenuto potrebbe essere una particolare scontistica da fruire in ogni esercizio commerciale cittadino.
Naturalmente tutto ciò non può prescindere da una programmazione concertatacon l’azienda ospedaliera, con le Istituzioni di ogni livello, con le attività produttivee soprattutto con la comunità che deve percepire l’importanza dello sviluppo della città verso questa direzione.