di Alessandro Distante Caro On.le Lia,
le suggestioni e le sfide che Lei lancia e sottopone al mio Giornale meritano alcune immediate risposte.
Sono dell’idea che “ogni mondo è paese” e che quello che Lei riferisce a Tricase si ritrova allo stesso modo o forse peggio a livello nazionale e addirittura mondiale.
La crisi della politica, conseguenza dell’eclissarsi di visioni complessive della società e della crisi di futuro, ha mandato in soffitta ogni progettualità, riducendo il confronto, anche elettorale, a miopi prospettive e a personali contrapposizioni.
La scomparsa dei partiti e del loro essere luogo del confronto e della elaborazione programmatica ha inciso sulla stessa democrazia, tanto che sempre più emergono figure solitarie di leader che vedono aumentare il consenso quanto più alzano il tono della voce e il livello di baggianate che propinano ad un uditorio sempre meno critico e sempre più propenso ad affidarsi al capopopolo di turno.
Ciò ovviamente non significa arrendersi perché, nell’unica vita che ci tocca vivere, dobbiamo essere fino in fondo cittadini attivi e protagonisti.
L’appuntamento elettorale deve essere momento di confronto e di elaborazione anche di un programma, per evitare che il consenso passi sulle onde delle sensazioni o, peggio, dello scambio cercato o sperato.
Ma cosa può fare un giornale locale? Nella passata tornata ci facemmo promotori di un confronto tra i candidati sindaci. Fu una bella iniziativa molto partecipata con una Piazza Pisanelli stracolma di gente.
Certo questa volta possiamo fare di più: anticipare il confronto e i protagonisti; un confronto sui temi della Città che possono divenire punti programmatici delle liste e dei candidati.
Abbiamo già offerto e continueremo ad offrire le pagine del giornale per ricevere contributi programmatici, anche se la risposta sin’ora non è stata esaltante.
Per la rappresentanza di Tricase molto dipenderà dal sistema elettorale. Certo Tricase deve svolgere un ruolo per un territorio che è molto più vasto dei confini comunali. La storia ed i Padri ce lo impongono.
E’ vero che le divisioni interne sono state, e ancora lo sono, funzionali per acquisire credito nei confronti di politici che poco hanno a che fare con Tricase e che hanno avuto e forse hanno interesse a dividere per imperare.
La soluzione –come Lei dice- è ritrovare una identità e quindi la risposta si muove su un terreno culturale prima ancora che politico.
Ed è anche sul terreno della passione per questa Città; occorre lavorare, allenandoci a pensare in grande, a progettare senza paure, a guardare oltre l’orizzonte basso delle nostre cose e della nostra Città. Tricase è inserita in un contesto di area vasta e non può reclamare solo perché più popolosa o solo per la sua storia posti riservati di rappresentanza. In una logica di area, deve uscire dall’isolamento e promuovere ciò che di meglio può offrire l’intero Capo di Leuca e all’intero Capo di Leuca.
In questo senso la Sua sfida può essere raccolta.