di Carlo Vito Morciano Come è ben risaputo, prima dell’attuale chiesa madre di Tricase, nel corso del tempo, si sono succedute due altre precedenti costruzioni. Se della più antica, la “prima”, rimangono frammentarie notizie, della “seconda” gli studiosi sono riusciti a ricostruire una parte della sua storia e del suo corredo artistico:edificata nel Cinquecento, venne demolita nella seconda metà del Settecento per dar spazio alla nuova chiesa più ampia e più conforme alle necessità demografiche dei tricasini.
Prima della notevole scoperta archivistica oggetto della presente nota, la “seconda” chiesa madre di Tricase la si poteva solo immaginare sulla scorta di deduzioni e descrizioni seicentesche. Oggi, invece, grazie alla ricerca firmata dall’architetto Mario Cazzato, è possibile ammirarne l’elegante prospetto con le sue antiche forme architettoniche sino ad oggi a noi ignote.
La scoperta consta di tre disegnieseguiti «su carta pesante a penna e acquerellati con sfumature di grigio» risalenti al 1660 e realizzati da Giuseppe Zimbalo, la figura artistica più simbolica del barocco leccese, autore, tra l’altro, del Duomo e della chiesa del Rosario dei domenicani di Lecce. Prodotte per una controversia tra il principe Stefano Gallone e il vescovo di Alessano,Giovanni Granafei, le tavole sono corredate di numerose e dettagliate didascalie dell’epoca. I disegni appaiono come veri “fotogrammi” ripresi nel passato, che ci mostrano ad esempio i particolari della merlatura – in seguito demolita -a coronamento della Turris Magna, le finestrelle della difesa cittadina che si affacciavano all’interno di Porta Terra, la posizione del carcere criminale di Tricase, la torretta difensiva con l’antico orologio civico – oggi sostituita dal piccolo campanile settecentesco - , il massiccio portone di legno che garantiva la sicurezza del borgo, la torre campanaria della chiesa, l’edificio sacro con pianta a croce latinae soprattutto il suo delizioso portale dalle forme squisitamente salentine.
Lo sguardo d’insieme sull’intero complesso, costituito da edifici di natura religiosa, civile e feudale, fa già intravedere quell’armonia di volumi che, mantenuta anche nelle costruzioni del Settecento, come le ammiriamo ancora oggi, rende questi nostri luoghi tra i più belli e ricercati di Puglia e oltre. Il saggio completo è in Mario Cazzato, Tre disegni di Giuseppe Zimbalo, architetto del barocco leccese in La festa delle arti. Scritti in onore di Marcello Fagiolo per cinquant’anni di studi, a cura di Mario Bevilacqua, Vincenzo Cazzato e Sebastiano Roberto, Gangemi Editore, Roma 2015, pp. 656-659.
Ringrazio l’ingegnere tricasino Alessandro Esposito per la paziente realizzazione delle tavole prospettiche, ripresedai disegni originali di Zimbalo; maggiori dettagli sono disponibili presso l’Associazione Meditinere - Ufficio di Informazione e Accoglienza Turistica di Tricase.
Didascalia foto 1. Visione prospettica della facciata della “seconda” chiesa matrice di Tricase nel 1660. Reinterpretazione grafica dell’ing. Alessndro Esposito su disegno di G. Zimbalo
Visione prospettica di Porta Terra di Tricase tra la Turris Magna e la “seconda matrice” nel 1660. Reinterpretazione grafica dell’ing. Alessandro Esposito su disegno di G. Zimbalo.