di Giuseppe R. Panico Se il dibattito, dentro e fuori le istituzioni ed il sano confronto di opinioni sono l’anima ed il corpo della vera democrazia, le decisioni e i fatti concreti, insieme alle ragioni che li motivano e le puntuali risposte ai quesitisolo l’essenza delle buone amministrazioni. Danno credibilità e valore a chi è da noi votato e pagato per rappresentarle e rappresentarci. Ancor più se si tratta dello sviluppo di un piano, quale il PCC che avrebbe dovuto coinvolgere, sin dai primi passi, l’insieme della nostra struttura amministrativa.E’mancata inveceuna adeguatadiscussione “a priori”nelle varie Commissioni o nei Consigli Comunali e dunque l’opportunità di definirne i lineamenti, valutarne gli impatti e dare al tecnico esterno incaricato più opportune ed ampie indicazioni. Ora il PCC non può che risultare sminuito e poco credibile e le osservazioni del pubblico (da noi tradizionalmente così poco attivo) non possono che riferirsi agli attuali contenuti. Alle motivate domande non viene data, inoltre,una risposta esauriente e questo, insieme ai tristi esiti delle grandi opere o progetti del passato, non può che indurre ad essere ben vigili verso i piani sul futuro.
A maggior ragione se, in altre marine vicine ed in similari condizioni, si opera in modo diverso (se Il porticciolo di Marina Serra viene chiuso, perché non quello similare di Andrano e Novaglie per non dire di tanti altri nel resto della Puglia e d’Italia?). Alle specifiche domande si risponde solo in politichese, peraltro con argomenti poco attinenti ai singoli argomenti, ancor più impoverito dal tentativo di svilirne contenuti ed autori. Il vivere ecologico e rispettoso della natura non può essere che un obiettivo condiviso. Ma privare cittadini e turisti di servizi utilissimi già esistenti (porticciolo, parcheggi, pregevoli pubbliche e frequentate scogliere) in decisa controtendenza rispetto al resto d’Italia, ove si cerca invece di ampliarli per una maggiore economia e benessere, non può che destare, se non la richiesta di un referendum cittadino, il desiderio di chiarimenti e revisioni. L’ ecologia non può certo degenerare in ideologia con i suoi dogmi insindacabili e la democrazia, privata delle sue regole, in un autoritarismo che impone le sue scelte, come anche i suoi rifiuti a rispondere chiaramente. “La visione ambientalista può essere una risposta convincente, a patto che trasformi il conflitto di interdizione (nel nostro caso aun più intensivo uso della costa) in un conflitto creativo di nuove scelte e nuove politiche”.
Lo dice Legambiente nei suoi rapporti già da un decennio e non lo nega certo la legge regionale sul PCC ed ogni elementare logica di sviluppo. Se poi la nostra costa, a differenza di tante altre, dovrà essere solo un santuario naturalistico-museale, oltre che sede di ville di aristocratici, in gran parte residenti altrove ma con poteri e serventi in loco,sarebbe utile ricordare che i santuari sono in genere per pochi “religiosi”, un ristretto numero di fedeli e ben ridotti turisti di passaggio. Gli”infedeli” o emarginati dal lavoro, soprattutto giovani, dovranno ancor più dire addio alle loro speranze e più rapidamente emigrare.
Necessità dunque chele nuove scelte e le nuove politiche con il loroimpatto economicoe sociale,sianostudiate, verificate ed approvate, bena priori, in un ambito di regole istituzionali e competenze sperabilmente adeguate e non solo in sede di “pensiero unico” e poi…populista. Scelte (già troppo tardive), per un eventuale, credibile e sostenibile PTF “Piano Tricase Futura” dal quale poi far discendere, oltre che il PCC, il PUG(Piano Urbanistico Generale), comprensivo delle marine, la cui recente gara risulta, peraltro,già oggetto di attenzioni ANAC.(Agenzia Nazionale Anticorruzione).
Però lasciando altrove quei rumorosi rigurgiti di arroganza e supponenza (questi sì mortificanti e fuori luogo) chesembrano ora affliggere anche la penna delgentil sesso assiso a palazzo. Fanno solo male, oltre che al già tormentatoPCC, alla salute politica degli autori/autrici.