di Alessandro Distante Viene spontaneo a questo punto chiedersi quale corrispondenza vi sia in Consiglio Comunale tra i Consiglieri, le loro appartenenze e la volontà del corpo elettorale. Ricordiamo tutti che l’attuale Consiglio è stato il frutto di un serrato ed acceso scontro elettorale tra due candidati Sindaci andati al ballottaggio: Antonio Coppola e Nunzio Dell’Abate. Al secondo turno prevalse Antonio Coppola e, per effetto di questo risultato, venne a comporsi il Consiglio Comunale che vedeva, in maggioranza, chi aveva sostenuto il vincitore e, all’opposizione, chi aveva sostenuto lo sconfitto e l’altro candidato sindaco non giunto al ballottaggio. Da una parte vi era la maggioranza, compatta intorno a Coppola, e, dall’altra, la minoranza o meglio le opposizioni, considerato che all’interno della minoranza vi erano quanto meno due opposizioni: una che faceva capo a Dell’Abate e l’altra a Forza Italia e cioè a Tony Scarcella. Fin qui tutto normale e tutto nel rispetto delle scelte del popolo-elettore, e cioè dei cittadini o, per dirla con una parola “forte”, nel rispetto della democrazia. E nel corso di questi anni effettivamente, come mai prima di questa consiliatura, vi è stata una reale e forte opposizione che non è stata fatta soltanto di esposti e denunce. Gli ultimi eventi hanno introdotto elementi di assoluta novità: Dell’Abate, Zocco V. e Forte hanno aderito al PD. Nulla impedisce a nessuno di aderire al partito o al movimento che vuole e niente di più comprensibile che, strada facendo, un cittadino cambi aderenze ed adesioni; del resto, se così non fosse, ci dovremmo rassegnare ad un blocco del consenso elettorale, fatte salve le morti dei vecchi elettori e il compimento dei 18 anni da parte dei nuovi elettori. Il resto rimarrebbe sempre uguale, come a dire “sono nato democristiano e morirò democristiano”, la qualcosa è il contrario di un approccio laico alla politica. Il discorso cambia, invece, se alla adesione al Partito segue una adesione anche al gruppo consiliare, in questo caso a quello del Partito Democratico che, in campagna elettorale ed anche dopo, ha sostenuto Antonio Coppola.E qui le ovvie, coerenti e semplici considerazioni sulla corrispondenza tra volontà degli elettori e rappresentanze in Consiglio comunale cominciano a vacillare.Il PD ha appoggiato Coppola ed il suo programma sin dalla campagna elettorale; il passaggio di Dell’Abate e compagni nel gruppo consiliare del PD, ove avvenisse, significherebbe appoggio ad una maggioranza politica avversata in campagna elettorale e contro la quale si erano espressi i cittadini che hanno mandato in Consiglio chi, almeno fino a ieri, era all’opposizione.Ora, ovviamente, qualcuno, o forse più di qualcuno, obietterà che la politica deve seguire il corso degli eventi e quello che era ieri non è detto che sia oggi; ma io ne faccio una questione di rispetto dei cittadini-elettori.Quel che ho difficoltà a comprendere è come si possa aderire ad un gruppo consiliare che è proiezione di una lista contro la quale si è fatta campagna elettorale.Ed allora sarebbe più comprensibile che si aderisca al Partito ma ci si iscriva al gruppo misto oppure, se ciò non è consentito dalle norme di Partito, ci si dimetta da consigliere, lasciando spazio a chi intende ancora portare avanti una politica di opposizione a chi ha vinto le elezioni. Perché mi sembrerebbe ben difficile fare opposizione (in coerenza con il mandato elettorale ricevuto) facendo parte del Partito che appoggia il Sindaco e che fa parte della maggioranza.La crisi dei corpi intermedi e quindi anche dei partiti, della quale abbiamo parlato durante il Premio conferito a Scamardella, è un tema troppo importante per la democrazia e ogni scelta o iniziativa deve porsi la questione della desertificazione partecipativa che spiana la strada ai personalismi, populismo e qualunquismi. Esagero? Forse, ma, talvolta, esagerare è necessario, anche per riflettere.