di Alessandro Distante Ha catturato l’attenzione del pubblico, suscitando grande interesse nei presenti nella Sala del Trono. Claudio Scamardella, conosciuto come direttore del Quotidiano di Lecce ma sconosciuto ai più, ha impressionato positivamente per la capacità di trattare questioni complesse in maniera semplice e, da bravo giornalista, offrendo una lettura del territorio e del periodo storico che i suoi abitanti stanno vivendo.E’ stata una serata piena: tanti gli spunti per un confronto che non ha risparmiato niente e nessuno: dal mondo della carta stampata a quello della rete, dalla desertificazione istituzionale alla crisi dei partiti e dei sindacati, dal Leccecentrismo alla centralità del Capo di Leuca nel Mediterraneo, dalla speranza dei giovani alla voglia di riscatto; dalla cultura alla criminalità organizzata, dalla xylella alla 275, dalle Sud Est al Frecciarossa. Al centro, il dialogo e sullo sfondo un progetto, da lui realizzato, di giornale-comunità. Il Quotidiano di Puglia con i suoi 400.000 lettori giornalieri, anche se soltanto uno su quindici compra il giornale, ha da tempo compreso, sotto la direzione di Scamardella, che un quotidiano deve non solo dare le notizie e fare cronaca ma deve diventare uno strumento di partecipazione, diventare un luogo di dibattito per la comunità ed anzi, ed ancor più, diventare un giornale-comunità. E Scamardella ha ricordato le iniziative forti prese anche negli ultimi tempi da Quotidiano, come la denuncia sullo scandalo delle Ferrovie del Sud Est. Un giornale come luogo dove trovano spazio non solo i giornalisti che professionalmente ci lavorano, ma anche i lettori con i loro interventi. Ed alcuni di questi Lettori-scrittori erano in Sala per intervistare Scamardella. Mons. Vito Angiuli, spesso presente, con le sue riflessioni, sulle colonne del Giornale leccese, non ha mancato di esprimere il suo apprezzamento per un Direttore forte e coraggioso, che non esita a dire la sua senza particolari timori anche nei confronti dei potenti. Un Giornale che opera in una terra –ha detto Angiuli- dove talvolta manca il dialogo tra le forza in campo, così che tante iniziative non trovano poi realizzazione. Eppure la forza del Salento sta nella voglia dei giovani di riuscire e la sua ricchezza è l’essere geograficamente al centro del Mediterraneo.Una identità, quella salentina, che, secondo Scamardella, non deve portare ad una chiusura in una male intesa idea di identità salentina, ma che deve aprirsi al mondo.E parlando dello sviluppo del Salento, il Direttore non ha mancato dal mettere in guardia dal rischio di importare modelli di sviluppo, specialmente nel campo turistico, che poco hanno a che vedere con la nostra storia e le nostre terre, un turismo che, se non gestito adeguatamente, può anche essere fenomeno passeggero. Quando il dott. Vittorio Raeli, giudice presso la Corte dei Conti della Puglia, gli ha posto una articolata domanda sulla criminalità nel Salento, Scamardella ha ringraziato la Procura della Repubblica di Lecce quando –ha aggiunto- non si lascia distrarre dalla xylella. E qui il riferimento è stato al superamento di quel modello di Stato con una divisione di poteri che sembra entrata in crisi. Il fenomeno è complesso ma, ha sostenuto Scamardella, non si può pensare di invadere campi che non sono propri. E’ così che sulla xylella alcuni santoni provenienti da esperienze tutt’altro che scientifiche –ha affondato il Direttore- si avventurano in tesi complottiste che poco hanno a che fare con studi ser ed utili. Rivolgendosi al regista Edoardo Winspeare, che aveva introdotto la tematica dell’identità salentina e del ruolo della cultura, Scamardella non ha mancato di sottolineare come Winspeare sia un esempio di uomo di cultura capace di esportare un’immagine del Salento nel mondo. Il riferimento è stato all’ultimo film di Edoardo, quel “In grazia di Dio”, oggi visto in tutto il mondo.Tornando ai temi del giornalismo, Scamardella ha tracciato uno scenario ricco di luci ed ombre; il rischio che l’editoria sia in mano a pochi gruppi sempre più potenti e che la rete finisca per possedere ampi spazi di informazione e di conoscenza dei suoi visitatori fino al punto da condizionarne le scelte di ogni tipo. Le prospettive –secondo Scamardella- sono la sopravvivenza di poche testate nazionali e il proliferare di giornali a livello locale, da offrire ai lettori a titolo gratuito.Prospettive –ha detto Claudio Scamardella- rispetto alle quali il nostro foglio cittadino ben può essere definito un antesignano. Bontà sua.