di Giovanni Carità  In una della sue poesie dedicata alle donne uno dei più grandi poeti del Novecento, Edoardo Sanguineti, scrive: Quando ci penso, che il tempo ritorna, / che arriva il giorno che il giorno raggiorna, / penso che è culla una pancia di donna, / e casa è pancia che tiene una gonna, / e pancia è cassa, che viene al finire, / che arriva il giorno che si va a dormire. I versi di questa Ballata delle donne basterebbero ad aprire una discussione profonda e complessa su quanto accaduto di recente in riferimento alla cosiddetta maternità surrogata, più comunemente denominata utero in affitto. Invece no, ci tocca assistere a fenomeni, già in atto da tempo nella società occidentale, di omologazione del femminismo, di conformismo subìto, di politically correct, che fanno segnare una regressione nelle rivendicazioni di genere portate avanti negli anni da tante donne, che in alcuni casi hanno pagato con la propria vita il raggiungimento della libertà, dell’autodeterminazione, della “autogestione” del proprio corpo. È preoccupante l’indifferenza, soprattutto a sinistra, di quanti hanno voluto far rientrare nella sfera prettamente privata la scelta dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Soprattutto, è preoccupante l’indifferenza della classe politica, intellettuale sarebbe troppo, che si riconosce nei valori della sinistra e che governa il nostro Paese. Altrettanto allarmante è il silenzio delle donne, infatti, esclusione fatta per alcune scrittrici o artiste impegnate nel sociale, la maggior parte si è limitata a porgere i consueti auguri per l’arrivo di una nuova vita. Un errore, questo, imperdonabile se letto con la lungimiranza di chi si pone a guida politica, etica, morale di una nazione e di un popolo. Qualcuno maliziosamente potrebbe riproporre la questione della vita privata di Berlusconi che, in conseguenza del suo ruolo istituzionale, è diventata inevitabilmente pubblica a tal punto da determinarne la fine politica. Se la vita privata di Berlusconi è diventata cosa pubblica non si capisce perché quella di Vendola dovrebbe rimanere nella sfera privata, soprattutto se travalica i confini della cronaca e rischia di determinare stravolgimenti sociali molto più rilevanti, almeno in rapporto alla cultura e ai valori storici della sinistra italiana ed europea.Iniziamo con il dire che quanto accaduto è stato possibile perché ve ne erano le condizioni economiche per farlo, e questo basterebbe a evidenziare già una prima discriminante: la questione economica. Vendola e il suo compagno hanno voluto un figlio e per averlo non hanno badato a spese, potendoselo permettere. La prima questione è quindi la perdita del valore dell’uguaglianza. Fatto non secondario se compiuto da uno dei paladini dell’egualitarismo nostrano. Tuttavia, anche superando la questione delle disuguaglianze economiche, ciò che dovrebbe preoccupare e scandalizzare per quanto accaduto è quella che, fino a poco tempo fa, giornali, riviste, trasmissioni televisive avrebbero denunciato urlanti come mercificazione del corpo delle donne. Cosa è accaduto veramente? Lo possiamo capire aprendo la homepage del sito della Extraordinary Conceptions, l’agenzia di San Diego balzata agli onori delle cronache italiane per le questioni “private” dell’On. Vendola e del proprio partner, dove si legge nella mission: «Facciamo incontrare donatrici di ovuli e madri surrogate con coppie o individui che vogliono diventare genitori. Le nostre competenze e la nostra passione non hanno rivali nell'industria della fertilità». Quale è la procedura da seguire? Eccola esplicitata chiaramente: chi vuole avere un figlio deve prima di tutto registrarsi, fornire le generalità della coppia e l'orientamento sessuale. Successivamente potrà accedere alla banca dati dove sono a disposizione duemila donatrici di ovuli e circa cento portatrici. Proprio queste ultime, le madri surrogate, per nove mesi porteranno in grembo il figlio della coppia. Ma, cosa ancor più deprecabile, è la preselezione della madre surrogata: donne tra i 21 e i 39 anni, con un indice di massa corporea non superiore a 32, non fumatrici, immuni da qualsiasi assunzione di droghe, senza precedenti penali o disturbi psichiatrici. A questo abominio va anche aggiunto che la coppia può selezionare la madre surrogata indicandone la razza, gli studi fatti, l'orientamento sessuale e l'età. Inoltre, è previsto da contratto che si possa procedere all'aborto in caso di malformazioni o problemi del feto. Ora, di fronte a questo salto nel vuoto di uno dei leder al 4% della Sinistra Italiana, è necessario prendere posizione per ribadire che un conto sono i diritti civili, sacrosanti e indiscutibili, un altro sono gli egoismi e le prevaricazioni. Come vogliamo chiamare lo sfruttamento del corpo di una donna, qualora fosse anche consenziente, se non mercificazione dello stesso? C’è qualcuno che può giustificare, non dico religiosamente, bensì eticamente un atto simile? Come si può accettare che il corpo di una donna venga usurpato ed utilizzato come oggetto per la realizzazione di un desiderio privato? Chi può negare il rischio, già in atto, che le madri surrogate diventino delle schiave moderne? Nella sostanza, aldilà degli artifici retorici, l’utero in affitto è una nuova schiavitù e la pratica più aberrante della scelta della donatrice d’ovuli tra le candidate disponibili (bionda, occhi azzurri, alta, magra, ecc...) è una vera e propria “selezione della razza”, o nella migliore delle interpretazioni una ricerca di mercato del “prodotto”, alla pari di un banale acquisto di un oggetto/merce. Come è possibile battersi contro gli Organismi Geneticamente Modificati, sventolando le bandiere della tutela della natura, e contemporaneamente rendersi artefici e protagonisti dell’eticamente modificato? Una donna è madre in quanto procreatrice di un figlio e il figlio è tale in funzione di una madre che lo ha messo al mondo: per questo un figlio si concepisce e non si fabbrica, per questo semplice e naturalissimo motivo è culla una pancia di donna. I grandi umanisti italiani, senza distinzione di sorta, elencando le caratteristiche del buon governante non dimenticavano mai di menzionare la virtuosità degli uomini di potere, poiché essi devono essere sempre da esempio per i propri cittadini. In questa circostanza, il fu presidente Vendola non è stato affatto virtuoso e, se pur bramato da tanto amore, il suo è stato un gesto d’amore senza amore.

 

 

 

 

in Distribuzione