di Alessandro Distante Il loro rapporto era logoro ormai da tempo: dopo i primi anni di grandi speranze, il ménage era scivolato sul quotidiano dei rifiuti da raccogliere e poco altro; qualche idea sui loro bisogni di relazioni sociali e su qualche escursione in bicicletta, ma niente più sogni di sviluppo e niente più obiettivi da raggiungere. Un giorno, uno dei due non ce la fece più e disse “basta”. Come tante volte accade, il rapporto, già difficile, era stato poi definitivamente minato da quella che, all’inizio, era sembrata una storia impossibile, tanta era la differenza di vissuto e di contesti; eppure, come talvolta accade, dalla indifferenza si passa ad un invaghimento e poi all’amore, un sentimento tanto forte da rendere imtollerabile il vecchio e stanco rapporto. Ma a sciogliersi da un vincolo, non sempre basta la volontà: intervengono i sensi di colpa, i parenti, gli amici e, infine, qualche autorevole parere, talvolta di una istituzione come il parroco o qualche mediatore familiare. Ed allora quell’idea di lasciare tutto e voltare pagina naufraga e si torna insieme: forse come prima o forse si torna insieme e basta, per trascinarsi ancora, in nome di un interesse superiore.E’ quello che è accaduto, mutatis mutandis, tra il Comune di Tricase e il Comune di Castrignano del Capo; una unione nata grazie alla loro passione per il mare, al punto che all’inizio non mancarono mini crociere per conoscere ciò che li separava: tutto il tratto tra Punta Ristola a Punta Cannone ed oltre. Ma poi, il colpo di testa: Tricase decide di sciogliersi da Castrignano per associarsi ad un nuovo Comune, a Tiggiano. L’occasione è stata la necessità di meglio organizzare e potenziare il Corpo di Polizia Locale; in un rapporto è sempre bene cominciare dall’ordine. Ma due Consiglieri di opposizione di Tricase (tali Nunzio Dell’Abate e Vito Zocco) hanno avuto da ridire e si sono rivolti all’autorità del Giudice Amministrativo. Ascoltate le parti ed istruita la causa, il TAR di Lecce ha accolto il ricorso di quei due Consiglieri dicendo, in nome della Repubblica Italiana, che per far finire una storia bisogna essere in due e che per cominciarne una nuova bisogna prevedere i costi e sentire chi, più di ogni altro, può dare consigli: le commissioni consiliari e i revisori dei conti. E’ quanto accaduto, volendo scherzarci un po’ sopra, in questi giorni. Le polemiche sono subito divampate: i due Consiglieri a denunciare la “arrogante” condotta del Sindaco e della sua maggioranza ed a ripetere: “ve lo avevamo detto, ma non ci avete ascoltati; ora paghi chi ha sbagliato”. Morale (semi seria) della “favola” (che tale non è): anche per unirsi, oltreché per separarsi, bisogna essere in due e prima di fare una scelta è bene fare i conti. Vale tra persone fisiche ma –secondo il TAR di Lecce- vale anche per i Comuni.

 

 

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