di Alessandro DISTANTE

E’ ancora presto per fare bilanci di una stagione, quella estiva, che è stata più che piena di iniziative; non solo Tricase, ma tutti i Comuni del Salento, hanno offerto tante e varie occasioni di svago e di approfondimento. Festival, Sagre, Feste, Musica, Balli, Libri, Escursioni, Visite guidate, insomma ogni sera una proposta e, talvolta, anche più di un’offerta di svago e di conoscenza o, in altre parole, di divertimento culturale.

Lo sforzo, anche economico, dell’Amministrazione è stato notevole ed il risultato apprezzabile.

Eppure l’Estate sta finendo ed un Autunno “caldo” sta per cominciare: sullo sfondo il dibattito o lo scontro sulla Autonomia differenziata, le conseguenze dei conflitti nel mondo, l’allarme per i fenomeni di criminalità, il caro-vita, le liste d’attesa, la disoccupazione giovanile, la viabilità cittadina,….

Guardando un po’ più in avanti nel tempo delle stagioni, la paura è che all’Autunno faccia seguito un Inverno rigido, non tanto per il clima, visto l’innalzamento medio delle temperature, ma per le prospettive e per la consistenza stessa delle nostre realtà.

L’ISTAT prevede che da qui al 2080 il Nord perderà il 9,5 per cento della popolazione ma prevede che il Mezzogiorno -ed è questo il dato allarmante- perderà il 39,8 per cento della popolazione attuale (il Centro, per la cronaca, ne perderà il 20,5%). Tradotto in numeri: il Sud passerà dagli attuali 19,9 milioni a 11,9 milioni di abitanti, quasi un dimezzamento.

Alla prospettiva dell’invecchiamento dei nostri paesi, Tricase compreso, si aggiunge quello della “desertificazione” della popolazione. Del resto è un fenomeno che, anche al di là delle indagini ufficiali fatte dagli Istituti specializzati, constatiamo con mano; basta guardare alle nostre famiglie, con i giovani che cercano altrove fortuna e lavoro.

Certo, (talvolta) ritornano per le vacanze estive e magari portano in Salento amici e conoscenti. Tutto questo si traduce in estati belle e con un certo ritorno anche economico per l’economia salentina, ma tutto questo può essere sufficiente a scongiurare l’esodo e l’impoverimento anagrafico delle nostre terre?

L’ISTAT sembra dire di no. Certo le previsioni, si sa, sono solo previsioni e ben possono essere sovvertite.

Ma come? Il PNRR era -e forse è ancora- un’occasione, ma se i fondi del Piano vengono utilizzati per interventi che non hanno prospettive di tradursi in stabili opportunità di lavoro, allora sono soldi sprecati, con l’aggiunta che buona parte di quei soldi devono essere restituiti e quindi determinano indubbi e pesanti riflessi di ordine macro economico.

Che fare allora? Intanto godiamoci questo scampolo di Estate, ma cominciamo a pensare seriamente all’Autunno per non dover patire il freddo gelido dell’Inverno.

 

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