di Alfredo Sanapo 
 
Entrando a Tricase da Specchia, a sinistra, nella zona dirimpetto allo Stadio San Vito, è possibile osservare le sue siepi completamente capitozzate. Riusciamo a comprendere un intervento volto al riassetto degli spazi pubblici tramite interventi di sfalciamento o taglio siepi, ma non afferriamo i motivi di questo drastico intervento. 
Prima di tutto, non si sono considerate le piante come esseri viventi che, seppur immobili, impiegano del tempo a vegetare: in questo caso, la pianta è costretta a partire da zero e con uno sforzo immane data l'eliminazione totale delle foglie, cioè gli organi deputati alla fotosintesi che consente alla pianta di fare biomassa a spese della luce solare.
Il danno ambientale è evidente per due altri aspetti. Uno si carattere igienico-paesaggistico in quanto il trattamento plateale espone alla vista rifiuti di vetro, plastica, carta e altro che la vegetazione nasconde. Un'altra di natura ecologica dovuta al aumento di massa organica morta che, se bruciata o lasciata decomporre, contribuisce all'aumento della CO2 atmosferica, tanto nobilmente trattenuta nelle piante per costruire la propria struttura vivente.
Infine, non intendiamo la tempistica dell'operazione che avviene in un periodo in cui le ore di soleggiamento aumentano. Quando avremo bisogno di rinfrescarci sotto le fresche fresche, non ci rimarrà altro che l'ombra della luce.

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