27 passaggi salienti in una sintesi cronologica per capire la questione Villa Sauli
- La storia inizia il 10 marzo 1962 quando il proprietario del terreno, prof. Alessandro Sauli, scrive al Sindaco di Tricase, per ricordargli “l’inopportunità del vincolo posto dal Piano sulla parte a mare, rispetto alla strada, della punta che chiude il Porto a settentrione. Tale promontorio è infatti il centro visuale di tutto l’arco paesistico nel quale è racchiusa la Marina di Tricase, e quindi è della massima importanza che venga opportunamente sistemato con qualche costruzione rispettosa dei valori ambientali, immersa nel verde”
- L’8 maggio del 1962 lo stesso presenta istanza al Sindaco, ricordandogli “che la domanda precedentemente presentata, senza progetto, si riferisce ad una eventuale costruzione per Albergo-Ristorante e serve a rendere più accogliente per i forestieri e i villeggianti la nostra marina, senza dire che consentirà ai numerosi turisti in transito di trovare un moderno alloggio ed ogni conforto. Il progetto che il sottoscritto presenterà al più presto, sono certo che incontrerà l’incondizionato appoggio di lei e di quanti hanno a cuore l’incremento e la valorizzazione della nostra marina, senza dire che la zona su cui dovrà sorgere tale costruzione sarà definitivamente sistemata ed abbellita, mentre ora giace inutilizzata”;
- Il 26 marzo 1963 viene presentato il progetto a firma dell’ing. Giovanni Sodero; inizia la pratica edilizia n. 53/1963
- Il 9 maggio 1963, di fronte a qualche negativa presa di posizione della Commissione Edilizia, l’avv. Luigi Puzzovio, per conto del proprietario scrive al Comune di Tricase “che un responsabile parere sulla conciliabilità della costruzione con la tutela del patrimonio naturale può essere espresso dalla Soprintendenza ai Monumenti ed alle Gallerie di Puglia e Lucania, alla quale Lei potrà rivolgersi ai sensi della legge n. 1497 del 1939”;
- La stessa Soprintendenza in data 10 giugno 1963 Autorizza di fatto la costruzione pur con alcune prescrizioni;
- Il 6 luglio 1963 l’Ispettore Onorario per le opere di Antichità e di Arte dei Comuni di Tricase e Andrano, Salvatore Cassati, si scaglia contro la decisione della Soprintendenza, si dimette dall’incarico, ricostruendo i fatti e concludendo senza giri di parole che “ tutto lascia supporre il clima di pressioni e di interferenze esistente, clima che nel caso specifico, ben si conosce in Tricase per una lunga storia che risale a vecchi e recenti rapporti poco simpatici del Sauli col Demanio, con l’Amministrazione Provinciale e l’E.P.T. di Lecce”;
- In data 6 agosto 1963 la Commissione Edilizia ricostruiva tutta la vicenda, sposando in toto la visione di Salvatore Cassati, ma rilasciando tuttavia Parere favorevole per la concessione edilizia;
- Il giorno dopo, in data 7 agosto 1963 viene rilasciato dal Sindaco Cosimo Piccinni “Nulla Osta per Esecuzione Lavori Edili” per la realizzazione sulla Litoranea Tricase- Castro di un Albergo- Ristorante con le seguenti prescrizioni: A) che l’arretramento minimo dalla via Provinciale sia di 10 metri; B) che sia rigorosamente rispettato il progetto presentato; C) che sia, negli spazi contigui, adorna a verde, dando una buona caratteristica panoramica; D) che non sia consentito in futuro alcuna sopraelevazione o estensione del fabbricato; E) che la costruzione venga adibita esclusivamente a Albergo Ristorante, aderendo pienamente al nulla osta della soprintendenza";
- Stranamente in data 28/11/1963 la prima prescrizione viene già modificata e si concede la possibilità di costruire a metri 9 anziché 10 dalla strada provinciale;
- In data 1 agosto 1967, a costruzione ultimata, il Sauli “Chiede il certificato di abitabilità in quanto, per ora, il sottoscritto intende adibire la costruzione ad uso abitazione”;
- il giorno 2 agosto 1967 l’ing. Antonio Scarascia rilascia Certificato di Collaudo e Prova di carico, dentro il quale comunque rileva che non sono state realizzate due stanze da letto e che sotto il locale di soggiorno è stato ricavato uno spiazzo coperto non previsto;
- in data 24 febbraio 1969, irritualmente, il Prefetto di Lecce “concede ai sensi della legge 2229 del 1939, licenza d’uso per il fabbricato di nuova costruzione, destinato a civile abitazione”;
- in data 11 aprile 1969 il Sindaco Giuseppe Codacci Pisanelli, smentendo almeno in parte il Prefetto De Carlo, Autorizza “l’abitabilità del fabbricato per tutti gli usi di legge ed a condizione che sia adibito a piccolo albergo-ristorante”;
- durante l’estate 2015, dopo decenni di colpevole silenzio, soprattutto da parte degli amministratori locali, si costituisce uno spontaneo movimento di cittadini col nome esplicito di “Comitato ABBATTIAMO L’ECOMOSTRO DI TRICASE PORTO”;
- Nel giro di pochi giorni, la petizione del Comitato che chiede l’abbattimento della costruzione raccoglie 500 adesioni. Finalmente ne parlano anche i social e i media, specificatamente il 6 settembre 2015 con un ampio articolo “La Gazzetta del Mezzogiorno”;
- Fotocopia della richiesta di abbattimento con in calce le firme degli aderenti al Comitato viene depositata in Comune nel Novembre 2015, dopo aver acquisito tutte le informazioni storico/burocratiche del caso; nessuna risposta da parte della Giunta Comunale di Tricase guidata dal Sindaco Coppola;
- Dopo mesi di sensibilizzazione sul ripristino della bellezza in un luogo amato da tutti, il Comitato nell’agosto 2017 incontra il neo-Sindaco Carlo Chiuri che prende visione con attenzione della suddetta pratica e decide di inviare un’ingiunzione ai proprietari almeno per la messa in sicurezza del sito; è la prima lettera ufficiale del Comune alla famiglia Sauli, dopo circa 50 anni dal rilascio dell’autorizzazione edilizia;
- Nel novembre 2018 si abbatte su Marina Serra e Tricase Porto un devastante tornado. La giunta presieduta da Carlo Chiuri, in base a sopralluogo dei responsabili dei Vigili del Fuoco, nel rendicontare i danni arrecati dal temporale, annovera un peggioramento della situazione di quello che ormai tutti definiscono “l’Ecomostro di Tricase Porto”. Il sindaco Chiuri il 15/12/2018 firma l’ordinanza n. 264 in cui si ordina l’abbattimento “stante la concretezza e l’imminenza del grave pericolo per la pubblica incolumità”
- Il 12 febbraio 2019 il TAR di Lecce sospende l’ordinanza di abbattimento del 15/12/2018;
- Il 6 marzo 2019, finalmente con la corretta motivazione viene emessa dal Comune di Tricase un’ordinanza per la demolizione dell’immobile“ per essere stato realizzato in difformità all’originaria autorizzazione edilizia del 1963; Carlo Chiuri ne rivendica la strategia politica, l’Ufficio Tecnico certifica di fatto l’abuso iniziale.
- Il 10 maggio 2019 il TAR di Lecce sospende l’abbattimento dell’immobile. Gli avvocati Pietro e Antonio Quinto, difensori degli eredi, hanno documentato l’erroneità della ordinanza di demolizione, censurata anche sotto il profilo dello sviamento di potere. I difensori hanno, infatti, esibito una licenza di variante del 1965, ignorata dal Comune, che copriva le contestate difformità rispetto alla licenza del 1963, ma soprattutto la licenza di agibilità rilasciata dal sindaco dell’epoca in data 11/4/1969.
- Il 24 marzo 2020 il TAR, stavolta nel merito, dà ancora ragione ai proprietari e quindi sembra tutto finito: villa Sauli resta dov’è.
- Il 20 maggio 2020 la giunta Chiuri non abbandona la causa e dà mandato allo studio Sticchi Damiani di appellarsi alla sentenza del TAR di Lecce, rivolgendosi al Consiglio di Stato.
- Nel 2022 la villa viene ufficialmente posta in vendita dai proprietari attraverso un sito specializzato; si avviano alcune trattative con privati ma non si giunge a nessuna conclusione positiva.
- Con sentenza del 14 dicembre 2023, il Consiglio di Stato con sentenza inappellabile, condanna i proprietari alla demolizione ed alle spese processuali da rifondere al Comune di Tricase. Oltre al differente utilizzo dell’immobile rispetto all’originaria concessione, la Corte rileva che: “In occasione dei sopralluoghi è emerso che vi era stata una traslazione della sagoma e realizzazione su differente piano di sedime che ha comportato diverse altezze, con la conseguenza di un edificio sporgente per due lati sul promontorio roccioso che non poteva essere mimetizzato come a suo tempo suggerito dalla Soprintendenza. L’altra modifica rilevante è la realizzazione su due livelli del fabbricato”.
- Gennaio-Febbraio 2024, la sentenza è nelle mani della giunta guidata dal sindaco Antonio De Donno che ha anche la delega all’Urbanistica, lavora a stretto contatto con gli Uffici comunali del Settore Urbanistica e Lavori Pubblici ma non rilascia alcuna dichiarazione in merito; qualcuno dice che c’è da aspettare per la corretta (!) interpretazione della sentenza.
- Domenica 25 febbraio 2024, il Comitato “Abbattiamo l’Ecomostro di Tricase Porto” insieme ad altre Associazioni locali e nazionali organizza presso la spiaggetta del Porto un incontro per sollecitare l’Amministrazione Comunale a prendere posizione determinata e immediata sull’esecuzione della sentenza del 14.12.2023.