di Alfredo SANAPO

È sempre Carnevale...

Nel Rione di Sant'Eufemia lo scorso sabato ha avuto inizio l'Edizione 2024 del Carnevale Tricasino, "I masci de na fiata". Non potevamo trascurare l'evento sia per la valenza di un fenomeno di allegria calato nell'attuale contesto mondiale austero, sia per una circostanza che coinvolge emotivamente la nostra testata: questa edizione, infatti, si sviluppa nel ricordo di Senofonte Cavalieri, anima, cuore e memoria storica di Tricase e dei suoi riti carnascialeschi, il quale ha deliziato le colonne del nostro settimanale con i suoi versi.

Come vi avevamo ragguagliato nello scorso numero, quest'anno la kermesse è stata organizzata dalla Pro Loco e dal Comune di Tricase con la direzione artistica di Tricasémia. Si riarrangia lo schema organizzativo delle feste, ma nelle linee generali l'obiettivo rimane sempre il medesimo, cioè recuperare una tradizione di arti carnevalesche interrotta, riproporla in chiave contemporanea ed attualizzarla.

Nel documento progettuale di presentazione della manifestazione è stata rimarcata con pertinacia la ricerca storica, effettuata tramite fonti scritte e orali, sulla quale si basa l'evento burlesco tricasino: si sono così riuscite a delineare le peculiarità del Carnevale a Tricase.

Esso, in origine - si estrapola dal documento - era festeggiato senza carri allegorici ma con tante maschere quante erano le classi sociali (essenzialmente povere e legate all'agricoltura): ne derivavano travestimenti stravaganti e del tutto originali, i “masci”, che  si incontravano nelle piazze dei rioni e dei borghi di Tricase e frazioni per dare vita alle “masciate”. "Si trattava" - si legge ancora nel documento - "di momenti conviviali in cui i membri della comunità danzavano e cantavano, accompagnati da chitarre o da strumenti improvvisati. Si faceva visita agli anziani del posto o alle personalità più in vista delle piccole comunità territoriali (i signori e i don), li si “canzonava” con stornelli e poesie composte per l’occasione, chiedendo loro in cambio frutta di stagione o dolci tipici poveri, come le fiche siccate".

Da almeno un paio di lustri, dopo anni di oblio, la tradizione è stata ripresa. Nonostante la conurbazione dei diversi rioni che in passato erano frazioni, le loro identità culturali sono rimaste fortemente radicate nelle comunità. Tali differenze arricchiscono il patrimonio culturale cittadino e per questo motivo il Comitato Organizzatore ripropone le "antiche masciate" in ogni rione.

Non c'è mai stata - si fa sapere nel comunicato - la certezza della presenza di una maschera caratteristica. Così era fino a quando l'ingegno creativo di Ilaria De Marco e la magistrale interpretazione di Gianluca Errico hanno trovato un punto di incontro, dando anima, corpo e vita alla maschera identificativa e unificatrice delle tipicità e dei simboli delle frazioni e dell'hinterland tricasino, lu Masciu.

Perché la storia de lu Masciu prosegua - si comprende sempre nel comunicato - è opportuno legarla all'attualità. Quest'anno, dopo aver perso il diritto a percepire il reddito di cittadinanza, ormai senza lavoro, disperato in quanto avente un figlio a carico, lu Masciu ha deciso "cu se face monucu". La decisione di prendere i voti è maturata a causa di una folgorazione mistica avuta presso la chiesa di San Domenico dove si era recato per chiedere aiuto al Padre Eterno. Una volta ricevuta la risposta, pare che egli abbia dichiarato: "tocca me ccuntentu de chiru ca passa u cumentu". Non si sa ancora se sua madre, la Meli (interpretata da Giuseppe Elia), sia a conoscenza di questa drastica decisione e che tipo di reazione abbia avuto. Intanto, la notizia ha suscitato la curiosità della popolazione che festeggerà il carnevale, ma sicuramente vi parteciperà per spettegolare o informarsi in merito. Sapremo qualcosa di più durante e dopo le sfilate finali dell'11 e del 13 febbraio che partiranno alle 14.30 rispettivamente da Via Pirandello e dalla Zona Ospedale.

P.S.: i componenti del Consiglio e della Giunta comunale aderiscono senza esitazione alcuna alle sfilate: in fondo per loro è sempre Carnevale...

 
 
 
 
 
 

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