di Alessandro DISTANTE

L’argomento oggetto dell’approfondimento settimanale (pagine interne) è “La Lettura a Tricase”. Un argomento –ci è sembrato a prima vista- che rischiava di allontanarci dal nostro dovere di informare e di far riflettere sui fatti della settimana.

Dopo ampia discussione, abbiamo accettato la sfida: la lettura non è un’evasione o soltanto un piacere oppure un dovere per chi voglia essere informato, ma diviene passaggio fondamentale per essere veramente presenti in Città e per svolgere quella mission che è propria di ogni giornale.

Leggere per conoscere: il riferimento non è solo alla lettura di libri e di giornali (della quale specificatamente ci occuperemo nelle pagine interne), ma è capacità di scorgere quello che si vede e quello che non si vede. Non si tratta di fare dietrologie, ma di scavare in profondità, andare oltre quello che appare in superficie.

Leggere per farsi leggere: quando si conoscono i fatti e, soprattutto, li si conosce in profondità o, per dirla in altro modo, si comprende la genesi o le cause di certi fatti, non si può tacere. Il “farsi leggere” è un compito difficile e che costa. Troppe volte, pur sapendo, si preferisce tacere. Prevale una certa cultura che qualcuno potrebbe definire omertosa: meglio non dire, meglio non far sapere, ovviamente “a fin di bene” (non creare allarmismi, non infastidire nessun potente, non scomodare le coscienze).

Leggere per conoscersi: la lettura, e cioè la comprensione di certi fenomeni, lo scavare i fatti e le storie, porta, inevitabilmente, a conoscersi. La lettura di ciò che ci circonda, se è una lettura autentica e coraggiosa, diventa strumento di conoscenza anche di noi stessi e quindi, se siamo onesti, anche di cambiamento e di crescita personale e collettiva.

Ed allora: è veramente inutile interrogarsi sulla lettura a Tricase?

 

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